Finale scudetto, l'Aquila cerca il bis
Il fattore casalingo. Per la Dolomiti Energia di coach Buscaglia, in piena lotta per la seconda finale scudetto consecutiva, questo fattore è fondamentale. Contro una Milano che in gara 3 sabato scorso ha dato segni di cedimento nei tiratori e nei lunghi a rimbalzo, sia nel subire il possesso offensivo dei trentini che nel procurarsi falli pesanti, la Blm Group Arena è stata una bolgia infernale dove i favoriti lombardi sono annegati nel fiume dell’Ade, stavolta oltretomba degli ospiti.
Stasera dalle 20.45 (in diretta su Eurosport e RaiSport) gli aquilotti, nella seconda partita consecutiva della serie a sette, dovranno essere bravi a pareggiare la serie - sono sotto 1 a 2 - per tornare a Milano con un morale tale da ovviare all’assenza di Flaccadori (al dolore muscolare alla gamba si è aggiunto un problema benigno a livello cardiaco risolvibile con un piccolo intervento invasivo) e alla reazione di un’Olimpia che già stasera, secondo i dettami di coach Pianigiani, si presenterà con un piglio diverso da una gara 3 che ha messo a nudo le difficoltà al tiro quando la difesa aquilotta ha alzato il suo livello e quando, in pieno tentativo di recupero nel finale, ha fallito con Micov e Jerrells conclusioni fondamentali a canestro, oltre a continuare a perdere palle sanguinose, che alla fine saranno 16.
Capitan Toto Forray, subito dopo il match, ha sottolineato un rilievo fondamentale rispetto ai match al Forum di Assago persi con 98 e 90 punti segnati sai milanesi di patron Armani: «Siamo stati bravi in difesa a tenerli a 65 punti - continua il capitano che avrà il contratto rinnovato fino al 2022 - che è un punteggio molto basso ed è quello che volevamo. Si è visto che oggi, rispetto a Milano dove ci avevano dominati con i tiri e le penetrazioni, ognuno di noi ci ha messo qualcosa di più davanti al nostro magnifico pubblico».
Infatti era sembrato strano che, come ad Avellino e Venezia dove c’era stato almeno un colpaccio in trasferta, l’Aquila Trento non avesse utilizzato la sua predisposizione all’aggressività in attacco e alla resistenza in difesa. «Era mancata - continua Toto Forray - la nostra intensità solita e anche per merito dell’avversario. Ma a Trento sappiamo trasformarci.Ci siamo detti che volevamo provarci fino in fondo. E così sarà. Anche in gara 4». Uno dei giornalisti ha chiesto se la squadra trentina avesse avuto paura di veder chiudere anzitempo con già un match ball per l’Emporio Milano.
Paura? Parola ignota per capitan Toto Forray. «Paura no - risponde pacatamente - rispetto sì. Sappiamo che hanno una panchina lunga e atleti di notevole esperienza e talento. Non ci daremo mai per vinti. Ci siamo garantiti gara 5, ed è già importante. Cercheremo di vincere più che possiamo. Venderemo carissima la pelle, questo è sicuro. Siamo riusciti ad allungare la serie e adesso lunedì (oggi, per chi legge, ndr) vedremo se riusciremo a ripetere l’impresa: i giochi sono riaperti ma dovremo darci dentro».
I playoff sono davveri strani. Ogni partita ha la sua storia: 46 sono i rimbalzi conquistati in gara 3 e sono la seconda prestazione per Trento in questa stagione dopo i 50 catturati alla 20ª giornata contro Reggio Emilia. I rimbalzi conquistati sabato sono la terza prova in assoluto per Trento ai playoff dopo i 61 catturati in gara 1 dei quarti contro Sassari nella stagione 2014-15 e i 47 dell’anno scorso in gara 4 di finale contro Venezia.
La squadra di Buscaglia supera l’EA7 nonostante la peggiore percentuale da tre della stagione: Trento ha tirato con il 13.6% realizzando 3 triple su 22 tentativi. Il 13.6% con cui Trento chiude gara 3 è anche la peggiore nella storia dell’Aquila ai playoff: superato il record negativo realizzato in gara 4 dei quarti di finale della stagione 2014-15 contro Sassari.
Il palazzetto è sold out, bandiere e magliette bianconere sono pronte a spiccare per trainare i ragazzi di coach Buscaglia ad un possibile pareggio nella serie per poi tornare a Milano per un bollente mercoledì.