Ritorna il caso Kean: il giudice sportivo chiede «ulteriori approfondimenti»
Il “caso-Kean” va ai tempi supplementari. Il giudice sportivo, chiamato ieri a decidere sulla vicenda che ha tenuto banco martedì sera alla Sardegna Arena sul finire di Cagliari-Juventus, ha infatti deciso per il momento di non prendere provvedimenti, disponendo viceversa «accertamenti istruttori supplementari - da parte della procura federale - in ordine ai cori di discriminazione razziale di cui sarebbero stati oggetto i calciatori Matuidi e Kean, dovendosi in particolare appurare con chiarezza, in che fasi dell’incontro sono stati bersaglio dei cori e quale dimensione e percezione reale hanno avuto».
Il giudice Gerardo Mastrandrea, in buona sostanza, prima di procedere in un senso o nell’altro vuole vederci chiaro e sapere, letto anche il referto degli ispettori della Figc a bordo campo: a) chi ha provocato chi, b) quale portata hanno avuto i “buu”
all’indirizzo di Kean dopo la sua esultanza provocatoria. In attesa degli approfondimenti e delle eventuali decisioni del caso, sulla vicenda sono oggi intervenuti, prima che il giudice facesse conoscere la sua posizione, Massimiliano Allegri e Gennaro Gattuso.
«Un conto è il comportamento in campo dei giocatori, che deve sempre essere corretto e rispettoso degli avversari e dei tifosi, un altro è il razzismo che non è mai, mai, mai giustificabile e va sempre combattuto», ha spiegato il tecnico della Juventus che ha poi detto la sua anche sul dibattito apertosi sulle considerazioni di Bonucci: «Leonardo dopo la partita era in trance agonistica - il punto di vista di Allegri - si è espresso male e ha spiegato poi la sua posizione su Instagram».
Analogamente, anche Gattuso ha voluto minimizzare la portata delle parole del difensore, che aveva scatenato una ridda di proteste social (tra gli altri, Balotelli, Pogba, Sterling, Thuram): «In Italia purtroppo non si può parlare di nulla, ognuno si preoccupa del suo orticello. Ma Bonucci voleva solo aiutare il ragazzo. Kean - ha aggiunto il tecnico rossonero è del 2000 e ha bisogno di consigli, chi è più grande di te dà consigli per evitare certe cose. Poi Bonucci è stato massacrato, ma io ho letto bene le sue parole. Voleva solo aiutare il ragazzo per farlo stare più tranquillo e basta».
Intanto dall’Inghilterra arriva un’altra denuncia antirazzismo: «Mi mancano cinque o sei anni di carriera, ma non vedo l’ora di dire basta: sono stufo degli ululati razzisti», dice Danny Rose, difensore “coloured” del Tottenham e della nazionale. «È una farsa: se certi club o certe federazioni sono punite con una multa che equivale a quanto posso spendere io per una serata di festa a Londra, come potrà mai finire tutto questo?».