Aquila, gara 3 da dentro o fuori I trentini devono battere Venezia
Coraggio, onore e orgoglio. La Dolomiti Energia non ha alternativa, stasera (dalle ore 20.45 in gara 3 alla Blm Group Arena) deve per forza vincere contro la Reyer Umana Venezia per riaprire i conti nei quarti dei playoff scudetto. I lagunari di coach De Raffaele hanno fatto valere nelle due precedenti partite il fattore campo e, tranne i primi due quarti, i bianconeri di Buscaglia non hanno saputo rimanere agganciati agli avversari per provare il colpaccio.
Gli avversari orogranata hanno dimostrato di avere un roster lungo e competitivo (nonostante le assenze di Washington, Giuri, Biligha e Tonut, tutti infortunati) e soprattutto hanno approfittato dell'onda lunga del tifo del "piccolo" PalaTaliercio dove le curve sono vicine alle panchine. Ne sa qualcosa coach Buscaglia, raggiunto da sputi in gara 2 di martedì, e i giocatori da pesanti insulti. Sul parquet ha fatto la differenza il potenziale offensivo dei veneziani, basti pensare che martedì dopo due quarti l'Aquila aveva segnato la miseria di 21 punti.
I 51 punti finali sono il nuovo record negativo in A a referto. I bianconeri del presidente Longhi (che su Facebook ha scritto «Adesso la salita è piu dura. Ma in casa Aquila nessuno molla») hanno peccato dalla lunetta (50% e anche cecchini come Flaccadori e Forray non hanno brillato) e dai tiri da tre mentre Bramos, la guardia greca già famosa per aver rimesso in piedi uno dei match della finale scudetto di tre stagioni fa, il mini play De Nicolao, il vice del fenomenale capitan Haynes, e il figlio d'arte Daye, ex di parecchie squadre Nba, non si facevano pregare nel bucare la retina dei trentini.
Stasera i tifosi nel palazzetto di casa dovranno spronare una squadra che è sì uscita da un ottimo girone di ritorno ma deve ritrovare lo slancio del team delle imprese, quello che per due stagioni ha fatto sognare il tricolore piazzandosi al secondo posto.
Oltre all'approccio, sempre fondamentale, la Dolomiti Energia dovrà cercare di migliorare in difesa, di coinvolgere di più in attacco anche Marble e Beto Gomes, il portoghese che martedì ha raccolto 10 rimbalzi ma due soli punti. Craft e Forray spesso si "caricano" la squadra sulle spalle, ma l'intensità dovrà rimanere costante e tutti dovranno metterci quella grinta e quegli occhi di tigre che sono mancati in laguna.
Da Pascolo e da Flaccadori ci si attende di più. Uscire subito di scena dai playoff dipende dalla concentrazione che bisognerà mettere nell'aggredire avversari che avranno più "leggerezza", con il vantaggio di due gare, nel giocarsi il primo match ball per la semifinale e poi per un'eventuale gara 5 ancora in casa, nel "catino" bollente del PalaTaliercio.
Da atleti quali Mian e Jovanovic si attende un riscatto dopo le comparsate di Venezia. La Dolomiti Energia è anche a una svolta verso il futuro. Dimostrare di essere in grado di proseguire questo cammino playoff darà un senso di maturità e di carattere, altrimenti uno 0 a 3 senza scampo lascerà spazio a interrogativi sul progetto del prossimo anno. Tutti responsabilizzati e con le spalle al muro quindi, dal coach allo staff e ai giocatori.
"Duri a morire" è il motto ma i playoff sono micidiali, non danno respiro. Davanti a un palazzetto che inciterà l'Aquila all'ennesima impresa stavolta non si potrà sbagliare. D'accordo, non è più la squadra con Sutton (fuori nei playoff spagnoli a Burgos dopo l'esperienza preliminare in Lituania) e Shields (con il suo Vitoria fuori dalla Final Four in Eurolega), ma è un dovere rimettere in carreggiata la serie. A tutti i costi.