Lorenzo cade nelle prove: frattura, salterà tre gare e nelle libere spunta Vinales
Le Yamaha di Maverick Vinales e Fabio Quartararo sono state le più veloci al termine delle sessioni libere del venerdì di Assen, segnato dall’ennesimo infortunio di Jorge Lorenzo. Dopo lo “strike” del Montmelò e la caduta nei test successivi, lo spagnolo della Honda ha scritto un’altra pagina del calvario in cui si sta trasformando la stagione che doveva rilanciarlo. Durante la Fp1 è scivolato a forte velocità mentre percorreva la curva 7, battendo violentemente testa e schiena. Nel contatto con l’asfalto ha riportato la frattura «stabile» della sesta vertebra dorsale.
Certamente salterà le prossime due gare (oltre ad Assen, anche il Sachsenring del 7 luglio), ma al momento è difficile avanzare ipotesi sul recupero. Il medico della MotoGp, Angel Charte, ha comunque anticipato che «non sarà breve». Una mano a Lorenzo, che si sottoporrà ad un risonanza magnetica presso l’Hospital Universitari Dexeus Quiron di Barcellona, la darà la sosta estiva del mondiale, che dopo la gara in Germania si fermerà per un mese. Per sostituirlo, già da sabato, la Honda sta pensando a Stefan Bradl.
Lorenzo è uscito dalla pista sulle proprie gambe, ma subito è stato fatto stendere su una barella per i forti dolori alla schiena. I primi esami, nella clinica mobile, non hanno rilevato danni seri, ma i medici l’hanno dirottato all’ospedale di Assen per una Tac. Cha ha svelato la frattura. Il maiorchino può ringraziare l’airbag, obbligatorio dallo scorso anno se, come sembra, non ha riportato danni neurologici. «Il colpo è stato molto forte - ha confermato il team manager Honda, Alberto Puig - È rimasto sempre cosciente, ma faticava a respirare ed una vertebra non è un dito. Ci vorrà tempo».
Le libere hanno mostrato un Vinales in modalità “top-gun”. Il pilota della Yamaha ufficiale (secondo dietro Quartararo nella Fp1) ha preceduto tutti nella classifica combinata. Con il tempo di 1’32«638 si è fermato ad appena 11 millesimi dal record assoluto della pista che Valentino Rossi aveva stabilito nel 2015. Ma ha abbassato di quasi un secondo il record in gara di Marc Marquez, sempre del 2015. Il leader del mondiale - che, al contrario degli avversari, negli ultimi giri non ha cambiato le gomme per fare il tempo - è settimo (+0.775), preceduto da entrambe le Ducati ufficiali - con Danilo Petrucci (pure lui incappato in una scivolata sul filo dei 200 orari, senza conseguenze) meglio di Andrea Dovizioso -, dalla Suzuki di Alex Rins e dall’Aprilia di Andrea Iannone. Rossi è rientrato nei primi 10, pur se con un pò di fatica: nono, dietro Joan Mir.
Decimo tempo per Cal Crutchlow (Honda).