La roveretana Mattuzzi campionessa tricolore dei 3000 siepi
Isabel Mattuzzi si è confermata campionessa italiana dei 3000 siepi nel giorno che ha mandato in orbita il giovane Stefano Sottile, capace di 2,33 nell’alto per scalare le graduatorie mondiali stagionali, risultato in assoluto più prestigioso della tre giorni dei Campionati Italiani Assoluti su pista svolti a Bressanone.
Dodici mesi dopo il successo di Pescara, la ventiquattrenne Mattuzzi (Us Quercia Trentingrana) si è confermata dunque reginetta azzurra dei 3000 siepi. Il regno della roveretana allieva di Dimitri Giordani prosegue ed in questo periodo di “reggenza” l’archeologa di Lizzana ha saputo aggiungere al curriculum la seconda prestazione italiana di sempre nella disciplina (grazie al 9’34”02 che le ha regalato la finale berlinese agli Europei 2018) ed il titolo italiano nei 10.000 metri conquistato a maggio a Monselice.
Ieri sulla verde (e rinfrescata) Raiffeisen Arena la gialloverde ha tenuto a bada le velleità della padovana Laura Dalla Montà, controllata quel tanto che è bastato per conquistare il successo in 10’10”66 davanti alla ventiseienne veneta (10’14”27) e alla coetanea Silvia Oggioni (10’15”26) in una gara che ha visto la ventenne trentina Linda Palumbo (Atletica Clarina) cogliere il sesto posto in 10’44”59.
Un successo che oltre a confermare la Mattuzzi come leader della specialità azzurra, le garantisce l’ulteriore convocazione in azzurro per i Campionati Europei a squadre di metà agosto, dopo aver già difeso l’italico onore nella Coppa Europa dei 10.000 metri di inizio mese. L’acuto della querciaiola va quindi a rimpinguare il bottino trentino a Bressanone accanto al bronzo raccolto sabato negli 800 metri da Giordano Benedetti: nel complesso non un risultato storico, ma vanno riconosciute le numerose assenze tra cui quelle di Irene Baldessari (infortunio) e di Yeman Crippa e Nadia Battocletti per scelta personale.
In chiave trentina, la terza ed ultima giornata tricolore non ha riservato tante altre notizie da ricordare, con Jessica Peterle (Us Quercia Trentingrana) quinta nei 400hs di Ayomide Folorunso (56”40) tornando sotto la frontiera del minuto (59”91). Detto del sesto posto della Palumbo, ottava piazza nella finale del triplo per Giovanna Berto (Us Quercia Trentingrana, 12,39) ed una serie di decimi posti che comprende i piazzamenti nel disco di Alberto Chiusole (Trieste Atletica, 45,71), nella marcia di Adelaide Sansoni (Us Quercia Trentingrana), nell’asta di Marta Ronconi (Us Quercia Trentingrana, 3,70) e di Lorenzo Ianes (Atletica Trento) che nei 200 metri ha litigato ancora una volta con i centesimi, restando escluso dalla finale per soli tre centesimi pochi giorni dopo aver visto svanire il turno decisivo degli EuroJunior per soli due centesimi.
A questi risultati si aggiunge il nono posto di Stefano Ramus (Atletica Valli di Non e Sole) nella finale del salto in alto con un 2,04 che gli ha consentito di seguire in prima fila l’incredibile progressione di Stefano Sottile. Dopo essere entrato in gara a 2,11 e aver messo in sicuro il successo - in contumacia di Gianmarco Tamberi - tre centimetri più in alto, il piemontese si è concesso un errore a 2,22 e 2,28 per poi valicare al terzo tentativo la quota di 2,33 e diventare così il terzo italiano di sempre a braccetto con Silvano Chesani e soprattutto il migliore al mondo in questo 2019.
Tra i premiati nel pomeriggio altoatesino anche il presidente della Quercia Carlo Giordani che ha ricevuto il Golden Pin assegnato dalla Federazione Europea ai profili che più hanno contribuito allo sviluppo dell’atletica nel Vecchio Continente anche grazie all’organizzazione di eventi; è la quinta volta per un italiano dopo i presidenti federali Gianni Gola e Alfio Giomi ed i (colleghi) giornalisti Francesco Fava e Gianni Merlo.