Il ritorno di Mourinho: Tottenham la nuova sfida
Josè Mourinho è tornato. Meno di 12 ore dopo l’esonero di Mauricio Pochettino, 11 mesi dopo il suo congedo forzato dal Manchester United, lo Special One ritrova la panchina, ancora in Premier League: l’avventura nuova si chiama Tottenham e durerà, stando al contratto firmato, fino al 2023.
La sua quarta sfida inglese, dopo i due periodi alla guida del Chelsea e, appunto, il biennio all’Old Trafford. Gli Spurs lo hanno scelto per la sua mentalità vincente, la personalità carismatica e anche i modi sbrigativi, necessari - secondo il presidente Daniel Levy - per risvegliare l’orgoglio di un gruppo di giovani di talento che solo sei mesi fa aveva raggiunto la finale di Champions League. Oggi il Tottenham langue in 14/a posizione in campionato, senza vittorie da cinque turni, già eliminato - per mano del Colchester, club di quarta divisione - dalla Coppa di Lega, e strapazzato in Champions dal Bayern Monaco.
Toccherà dunque al portoghese invertire una tendenza che - almeno a livello domestico - dura ormai dallo scorso febbraio, una sorta di inarrestabile involuzione: nelle ultime 24 gare di Premier, comprese le ultime 12 della passata stagione, il Tottenham ha vinto solo sei volte, racimolando 25 punti.
Decisamente troppo pochi per un club ambizioso che ha appena inaugurato uno stadio avveniristico del valore di un miliardo di euro. Anche per questo l’esonero di Pochettino, amatissimo tra i tifosi, decisamente meno all’interno dello spogliatoio, è sorprendente, ma non del tutto immotivato.
I contatti - tra i dirigenti degli Spurs e gli emissari del portoghese - andavano avanti ormai da diverse settimana. Da quando, dopo il pareggio sul campo del Watford, tra la squadra e il tecnico argentino si era creata una frattura difficilmente sanabile. D’altronde già in ottobre il presidente del Lione aveva rivelato di aver saputo che Mourinho era ad un passo dal tornare in panchina. Succederà sabato prossimo, all’ora di pranzo, quando gli Spurs - solo tre vittorie nelle prime 12 giornate - faranno visita al West Ham. E già prima di capodanno il portoghese, che ha firmato un contratto fino al 2023 da 16,5 milioni di euro (lordi) a stagione, ritroverà le sue due ex squadre, lo United (4 dicembre) e il Chelsea (22 dicembre).
A persuadere i vertici del Tottenham che Mourinho fosse l’allenatore giusto è stato il super-agente Pini Zahavi, che nell’ultimo anno ha convinto lo stesso Mou a rifiutare le offerte provenienti dalla Cina, dal Portogallo e (sembra) anche dal Real Madrid. Quello stesso Zahavi che nel 2004 aveva presentato Mourinho, fresco vincitore della Champions League con il Porto, a Roman Abramovich. Una scommessa allora, come oggi.
Per il Tottenham, ma anche per lo stesso Mourinho che dopo il triplete con l’Inter non ha più saputo raggiungere gli stessi risultati. Prima a Madrid, quindi il ritorno allo Stamford Bridge e infine i Red Devils: due esoneri, pochi trofei, accompagnati dalle immancabili polemiche, le liti anche con i giocatori, e le critiche di stampa e tifosi. «Sono entusiasta ed emozionato di entrare a far parte di un club con un patrimonio così grande e tifosi così appassionati. La qualità della squadra mi entusiasma». le prime parole da neo tecnico del Tottenham, che ha diretto subito in campo per il primo allenamento.
Mourinho ha ricevuto garanzie che gli verrà messo a disposizione un budget adeguato per intervenire sul mercato, fin dal prossimo gennaio. Resta da capire quanto chiederà il tecnico, e quanto sarà disposto a spendere un club che - sotto la presidenza Levy (iniziata nell’ottobre 2001) - ha investito nel mercato molto meno di Chelsea e United sotto la gestione Mourinho. Anche così il portoghese è diventato il quinto allenatore della Premier per media punti a partita (2.10), vincitore di tre campionati, una Coppa d’Inghilterra e quattro Coppe di Lega: più di tutti gli altri 19 allenatori della Premier, messi assieme. La Premier e il calcio ritrovano lo Special One.