Daniele Proch da Riva agli Usa tra pallone e giornalismo
Daniele Proch punta con decisione sul proprio futuro da calciatore, ma si tiene qualche fiches per sbancare nel mondo del giornalismo sportivo, auspicando un avvenire da commentatore televisivo tra approfondite analisi sul football. Che dall’altra parte dell’oceano chiamano soccer.
Da Riva del Garda agli Stati Uniti, passando per le giovanili del Südtirol dove si è formato fino alla Serie D con il Dro, nel quale ha esordito a 18 anni e ha messo assieme 57 presenze (e 7 gol) in due stagioni, domani Daniele tornerà in campo con il North Carolina Fc per la ripresa del campionato dopo il lungo stop per coronavirus.
L’inizio dell’avventura americana al Catawba College, in seguito il passaggio alla prestigiosa Duke University in North Carolina dove lo scorso dicembre si è laureato in «Policy journalism and media studies», dichiarandosi eleggibile al draft, il metodo con cui le squadre della massima serie del calcio statunitense, la Mls, scelgono i nuovi calciatori da acquistare.
Nessuna squadra ha optato per il rivano classe 1996, così la scelta è caduta sul North Carolina Fc, dove Proch ha cominciato quest’anno il suo primo campionato da professionista nella seconda lega calcistica degli Stati Uniti, la Usl. L’esordio è avvenuto a marzo nella prima giornata di campionato, quando è entrato nei minuti finali della partita persa contro Louisville City. Poi il coronavirus ha bloccato la competizione, che riparte venerdì con la trasferta a Tampa, in Florida.
Daniele, come è stato riorganizzato il nuovo campionato?
«Le squadre della nazione sono state suddivise in gruppi da 4 o 5 squadre.
Noi saremo nel girone con Birmingham, Charlotte e Memphis. Giocheremo in totale 15 partite: quattro volte contro le squadre del nostro girone, tre contro altre squadre».
Che tipo di stagione ti aspetti?
«Sarà una stagione strana. Disputeremo 15 partite nel giro di poco più di due mesi e poi, se riusciremo a qualificarci, giocheremo i playoff. Il nuovo format non cambia il mio obiettivo: voglio portare in alto le mie statistiche, segnando più gol che posso e fornendo assist ai miei compagni».
Come è andata la preparazione?
«Siamo tornati ad allenarci a metà maggio in gruppi di quattro. A inizio giugno i gruppi sono cresciuti fino a dieci persone, mentre ora ci stiamo allenando tutti assieme. È stata un po’ come una seconda preparazione dopo quella che abbiamo svolto a febbraio. Gli allenamenti stanno andando bene: fa parecchio caldo, non possiamo fare la doccia al campo, dobbiamo cambiarci a casa e portarci la nostra acqua, però ci stiamo divertendo. Siamo tornati sul campo ed è quello che più conta».
Qual è il tuo obiettivo?
«Voglio arrivare più in alto che posso con il calcio. Ora sono negli Stati Uniti quindi punto ad arrivare in Mls, ma non escludo la possibilità di tornare in Europa. Se faccio bene e mi capita qualche occasione, sicuramente la considererò».
Guardando oltre il calcio, dove ti vedi in futuro?
«Conto di giocare ancora almeno una decina di anni, dopo farò il giornalista, probabilmente sportivo. Mi sembra una cosa naturale, visto il mio percorso sportivo e universitario. Vorrei fare il commentatore o il broadcaster, girare un po’ il mondo facendo analisi di partite, commentando e scrivendo articoli».
Ti stai già allenando nel campo della comunicazione...
«Sto lavorando per un’agenzia britannica chiamata Total Football Analysis, una pubblicazione che fa analisi molto specifiche su calcio, partite, giocatori e allenatori. È un modo per fare esperienza e migliorare. Tengo un podcast sulla Serie A e commento in diretta alcune partite. Il mio futuro lo vedo in questo campo. Se non è un all-in questo, poco ci manca».