Il tennis amatoriale è nel limbo Russolo: «Mancano certezze»
ul fatto che il Decreto del presidente del consiglio dei ministri dello scorso 25 ottobre abbia generato polemiche e incertezze, ormai non ci sono più dubbi. Ma oltre ai tanti contrari, rispetto a chiusure forzate e limitazioni orarie, c'è anche chi ancora non conosce il proprio destino.
È il caso ad esempio dei più di quaranta circoli di tennis trentini, che visto il periodo freddo hanno già gonfiato il «pallone» (ad eccezione di Mezzocorona che provvederà tra qualche giorno) sotto al quale, solitamente, era solita svolgersi l'attività nei mesi autunnali ed invernali.
Regole poco chiare hanno momentaneamente congelato partite e allenamenti, almeno fino a domani quando, sostengono gli addetti ai lavori, il ministero della salute dovrebbe fornire delucidazioni in merito alla possibilità o meno di proseguire con le attività sportive.
«Siamo in attesa di una risposta definitiva da parte degli organi competenti - ha spiegato Marcello Russolo, presidente del Comitato provinciale trentino della Federazione Italiana Tennis - Da Roma hanno interpellato il Ministero per capire come possiamo muoverci, anche se da noi le cose potrebbero funzionare diversamente. In Alto Adige sono già intervenuti sugli orari di chiusura dei ristoranti e il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, potrebbe attuare provvedimenti simili, forse più ampi e in grado di coinvolgere anche altre situazioni, come le nostre». Russolo analizza con oggettività la situazione e non si fa illusioni: «Attualmente tutto sembrerebbe spingere verso la sospensione delle attività, anche perché giocare all'esterno in questo periodo è praticamente impossibile, ma come detto è un momento complesso».
Un «vuoto normativo» dunque che rende la situazione enormemente incerta: praticare il tennis al di fuori dei grandi tendoni è impensabile, soprattutto per quelle realtà di montagna sulle quale il clima incide in modo ancor più pesante rispetto al centro città. Il «pallone» è dunque l'unica soluzione, ma occorrerà attendere ulteriori sviluppi per capire se e in che modo le attività potranno proseguire.