Politica / Il caso

Nuova grana per Meloni: c'è anche il ministro Abodi che commenta l'outing del calciatore Jankto

"Le scelte individuali vanno rispettate, ma non amo le ostentazioni": pioggia di critiche dalle opposizioni e da varie associazioni. La segretaria del Pd Elly Schlein: "Affermazioni molto gravi. Dal ministro un classico argomento omofobo. Non c'è nessuna ostentazione nel dichiarare ciò che si è"

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ROMA. È polemica sulle dichiarazioni del ministro dello Sport Andrea Abodi in merito al calciatore Jakub Jankto che pochi mesi fa ha fatto coming out.

"Non amo le ostentazioni", ha detto Abodi, attirando alcuni attacchi dalle opposizioni e da varie associazioni.

"La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda, è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. 

Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali. Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui", ha dichiarato Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani, a 24 Mattino su Radio 24 rispondendo ad una domanda sul ritorno in Italia, al Cagliari, di Jakub Jankto, il calciatore ceco che pochi mesi fa ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale.

La leader Pd Schlein: "Sono affermazioni molto gravi. Dal ministro un classico argomento omofobo". 

Argigay e Gaynet chiedono un incontro con Abodi.

Il ministro ha poi replicato alle critiche: "Ad esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?".

La segretaria del Pd Elly Schlein, a Metropolis, il web talk del gruppo Gedi, ha aggiunto: "Fate pure quello che volete basta che non si veda. Sono affermazioni molto gravi. Sarebbe opportuno che chi sta nelle istituzioni agevolasse il coming out, soprattutto nello sport. È importante che le istituzioni siano al fianco di chi si dichiara.

Non c'è nessuna ostentazione - aggiunge Schlein - nel dichiarare quello che si è. Mi sembra un argomento contro i gay pride, e non a caso la destra in Lazio ha tolto il patrocinio alla manifestazione. In questo modo, non si svolge bene il proprio ruolo. Le istituzioni devono essere i luoghi di tutti e di tutte, anche della comunità Lgbtqia+".

Duro anche Riccardo Magi, segretario di +Europa: "Leggo le dichiarazioni del ministro dello Sport Abodi e capisco perchè nello sport esiste ancora tanta tanta omofobia. Jankto ha detto solo di essere una persona Lgbti+.

Di quale ostentazione parla Abodi? La verità è che come in altri ambiti della società, gli sportivi sono molto più avanti dei loro dirigenti, che rappresentano un mondo che non esiste più. Anzi, persone come Jankto aiutano altri sportivi, in particolare in un ambiente omofobo come quello del calcio, a fare coming out. Ed è questo il significato dei Pride, anch'essi bollati come ostentazione dal ministro: aiutare le persone a vivere la propria sessualità in maniera gioiosa e non invece, come vorrebbe Abodi, nascondendosi.

La vera domanda che dovrebbe porsi il ministro è perché nello sport così poche persone si sentono libere di dichiarare la propria sessualità rispetto ad altri settori. Si faccia questa domanda e si dia una risposta. Abodi chieda scusa a Jankto e a tutta la comunità LGBTI+".

Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva, in un tweet, scrive:

"Scelte, ostentazioni, eccessi del Pride… cose che un ministro di un altro paese avanzato non si sognerebbe nemmeno di pensare, figurarsi dichiararle alla stampa. Ma perché in Italia si deve fare così tanta fatica?".

Scrive su Twitter anche la vicepresidente dell'Eurocamera, Pina Picierno (Pd): "Resto inorridita per le parole usate dal ministro Andrea Abodi che definisce 'ostentazione' la scelta del calciatore Jakub Jankto di dichiarare il proprio orientamento sessuale. Le affermazioni del ministro risultano spiacevoli e inopportune, a maggior ragione perché ricopre una carica istituzionale. Purtroppo si tratta dell'ennesimo segnale che rivela la cultura politica omofoba e retrograda di questo Governo, il cui posizionamento in termini di diritti sembra voler cancellare anni di conquiste e di progresso".

Arcigay e Gaynet: un incontro con Abodi per parlare di coming out 

"C'è ancora molta confusione sull'importanza del coming out, nello sport e nella società. Ci sono dati scientifici chiari che lo dimostrano, insieme all'esperienza dello sport di base e delle realtà Lgbt+. La discriminazione delle persone Lgbt+ è evidente: 6 persone su 10 hanno sperimentato il linguaggio omotransfobico nello sport: il 41% non dichiara il proprio orientamento sessuale o identità di genere, il che significa vivere con una maschera in qualsiasi contesto sociale (Ricerca Outsport 2019).

Il successo delle iniziative delle nostre associazioni nello sport dimostrano che c'è un'urgente bisogno di dialogo tra istituzioni e società civile

Chiediamo quindi un incontro al ministro Abodi, che nell'intervista di oggi a Radio 24 ha commentato il coming out di Jankto associandolo all'idea di ostentazione, per illustragli il lavoro svolto sino ad ora su questo terreno con gli enti di promozione sportiva, le realtà sportive e il presidente della Lega Dilettanti Giancarlo Abete". Così in una nota congiunta Rosario Coco, Presidente Gaynet, e Marco Arlati, responsabile sport Arcigay Nazionale.

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