Massimo Grisenti, è di Povo il «re» dello stretto di Messina (a nuoto): ha vinto la Traversata fra i master
Dopo il secondo posto dell’anno scorso è tornato ed ha fatto piazza pulita degli avversari fra Scilla e Cariddi. Max aveva un conto in sospeso con questa gara dal fascino senza eguali
POVO. Dalla sua Povo, alle pendici della Marzola e del Cimirlo, alle acque dello stretto di Messina tormentate da Scilla e Cariddi. È questo il viaggio compiuto sa da Massimo Grisenti, Max per gli amici, con un solo obiettivo in testa: vincere la sessantesima edizione della Traversata dello Stretto, super classica internazionale di nuoto in acque libere. Max aveva un conto in sospeso con questa gara dal fascino senza eguali, dopo il secondo posto dello scorso anno.
E nelle scorse settimane lo ha chiuso nell'unico modo possibile: vincendo la prova master (categoria in cui gareggia con i colori della Buonconsiglio Nuoto) nuotando i 6,2 km del percorso in 1h06'39", ottimo tempo tra l'altro, considerato che Mario Sanzullo, vincitore tra gli agonisti, azzurro campione europeo della 25 km e medagliato anche ai mondiali, ha impiegato comunque più di un'ora a percorrere lo stesso tratto di mare.
Ma scopriamo insieme chi è questo "tritonico" trentino, 1m82 di altezza per 75 kg, capace di domare le acque dello stretto, che il tempo per allenarsi se lo ritaglia dopo le giornate lavorative come tecnico riparatore degli elettrodomestici Miele.
"Poero" doc, nato in una famiglia di sportivi - papà Roberto e zio Dario sono stati cicloamatori di vaglia - la passione per il nuoto l'ha ereditata però dal ramo di famiglia della mamma.
«Fin da bambino ho praticato il nuoto, seguendo l'esempio dei miei cugini. Ho fatto agonismo fino a 20 anni, con predilezione per le lunghe distanze in piscina, 800 e 1500 metri e come miglior risultato l'accesso alla finale nei 200 delfino juniores».
Il passaggio al nuoto in acque libere è stato senza soluzione di continuità?
«No, per sei anni ho chiuso con l'agonismo. È stato solo quando sono tornato da master che mi sono avvicinato a questa particolare disciplina, tornando peraltro a gareggiare anche in piscina».
Il ritorno come è stato?
«Non facile. Non scontato. Per tornare ad essere competitivo ho impiegato 2-3 anni. Il motore impiega tempo a tornare a certi regimi».
Poi però i risultati hanno iniziato a premiarti…
«Sì, prima sono arrivati due podi agli Italiani master in piscina (primo nei 400 misti e secondo negli 800 stile libero) e poi, nel 2022, il secondo posto sui 2 km in acque libere a Piombino, più titolo europeo a Roma nei 400 misti e bronzo negli 800».
La tua predilezione per le lunghe distanze, tuttavia, sta prendendo il sopravvento…
«Soddisfazioni in termini di risultati e possibilità di nuotare in contesti naturali fantastici, mi gratificano molto e mi ripagano del tempo che devo investire nell'allenamento».
Ecco: facci capire l'ordine di grandezza di questo impegno.
«Beh, anzitutto occorre dire che bisogna allenarsi sia in piscina che in acque aperte. La piscina, ovviamente, è più comoda, ma la respirazione tra vasca e acque libere è diversa, poiché nei laghi o in mare la testa fuori dall'acqua esce non solo per respirare ma anche per consentire di orientarsi correttamente. Quanto al tempo, io mi alleno dopo lavoro almeno 5 giorni su sette un'ora e mezza - due ore, in piscina dopo le 20 e al lago di Caldonazzo dalle 18.30 assieme al mio coach Enrico Ciola».
Veniamo alla gara dello Stretto. Vuoi spiegare perché avevi un conto aperto con questa prova?
«Lo scorso anno mi ero piazzato secondo e la cosa mi aveva fatto arrabbiare, poiché avrei potuto vincere se solo il barcaiolo...»
Fermo, fermo... Che c'entra il barcaiolo?
«La traversata dello Stretto di Messina è l'unica gara in acque libere in cui ciascun partecipante è "guidato" tra le forti e mutevoli correnti del mare, da un barcaiolo esperto che traccia la rotta. L' anno scorso il sorteggio del barcaiolo mi disse male. Seguendolo (non potevo fare altrimenti) nuotai per lunghissimi tratti contro corrente e nonostante tutto finii secondo».
Quest'anno, invece, il risultato anticipa che tutto è filato liscio.
«Tutto è andato come doveva. La mia forma era ottima, ero reduce da due medaglie d'argento agli europei di Belgrado (1,5 e 3 km) e dal tris di successi nelle incredibili acque dell'Isola di Vulcano (2, 3 e 6 km) e stavolta il barcaiolo toccatomi in sorte, Rocco Cicco, è stato impeccabile nella "lettura" delle correnti" ed ho vinto con circa un minuto di vantaggio sul secondo».
Dopo questo prestigioso successo, colto tra l'altro nell'edizione del sessantennale della Traversata, hai altri obiettivi in questa stagione?
«Ho due appuntamenti a cui tengo molto: il 1° settembre nel "mio" lago, quello di Caldonazzo, con la prova del circuito Italian Open Water Tour e il weekend successivo a Piombino, con gli Italiani, individuali e a staffetta».