Parigi 2024 / Atletica

La maratona di Yeman Crippa: al 35° chilometro si è spenta la luce

L'atleta trentino spiega l'andamento della gara che lo ha portato a chiudere al 25° posto: "Un po' di crisi improvvisa, sicuramente dovuta alla discesa. È stato brutto, tutti mi passavano davanti e io non potevo rispondere. Ora però mi prendo un momento di pausa e poi si vedrà"

PARIGI. "Dal 35° chilometro è cominciata ad arrivare un po' di crisi improvvisa, sicuramente dovuta alla discesa, e ho dovuto affrontarla questa crisi. È stato brutto, tutti mi passavano davanti e io non potevo rispondere". Yeman Crippa descrive così la propria prestazione nella maratona dei Giochi di Parigi, in cui ha chiuso al 25° posto, quindi deludendo, almeno in parte, le aspettative.

"Però questa gara mi insegna che ci possono essere un sacco di tipi di maratona - dice ancora l'azzurro -, specialmente quella olimpica, che è molto difficile. Ora però mi prendo un momento di pausa e poi si vedrà".

Quanto agli altri due italiani in gara, Eyob Faniel si è piazzato 43°, mentre Daniele Meucci ha chiuso al 51° posto. Si è ritirato nel corso della gara il protagonista più atteso, il keniano Eliud Kipchoge.

LA GARA

Un oro che neppure immaginava. Sì, perché all'Olimpiade di Parigi Tamirat Tola non avrebbe dovuto esserci, poi è subentrato al posto dell'infortunato Sisay Semma, e oggi ha regalato all'Etiopia la vittoria della maratona, corsa in 2 ore 06'26", nuovo record olimpico della prova, ottenuto in una 'cornice' che più bella non avrebbe potuto essere, ovvero le meraviglie di Parigi.

Così, partendo dall'Hotel de Ville e passando vicino ad alcuni dei punti più iconici come la Tour Eiffel e il museo del Louvre, Tola si è fatto il più bel regalo di compleanno, visto che domani compirà 33 anni. L'oro di oggi andrà ad aggiungersi a quello vinto ai Mondiali di due anni fa in Oregon, e al bronzo olimpico che ottenne in pista, nei diecimila, a Rio 2016.

"Grazie Parigi, è il più bel giorno della mia vita - le parole di Tola -. Questo era il mio obiettivo fin dal giorno in cui ho saputo che avrei partecipato a questa Olimpiade. Ero la riserva del team dell'Etiopia, ma ci ho sempre creduto e ho avuto il merito di farmi trovare pronto. Così ora ho realizzato il mio sogno: questa è l'Olimpiade, la prova più difficile del mondo".

Tola è partito attaccando sulle prime rampe di un tratto in salita, sgranando il gruppo dei corridori di testa composto da una quindicina di atleti che, in precedenza, avevano ripreso l'azzurro Eyob Faniel, partito troppo presto. A quel punto erano già in crisi due dei protagonisti più attesi, l'etiope Kenenisa Bekele (alla fine 39/o, "ma sono felice lo stesso, perché l'Etiopia ha vinto comunque") e, soprattutto, il keniano Eliud Kipchoge, che qui tentava la tripletta dopo aver vinto a Rio e a Tokyo. Invece cominciava a toccarsi il fianco, e poco dopo si ritirava, mentre era in 71/a posizione staccato di otto minuti dai primi.

Così 'staccava', non senza essersi prima tolto le scarpe supertecnologiche e averle regalate a un tifoso lungo il percorso.

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