L'orso è pigro ma non pericoloso
Uomo e orso possono convivere? Detta così questa domanda può far sorridere ma è quanto hanno cercato di capire i ricercatori del Parco Adamello Brenta che per quattro anni hanno studiato il plantigrado soprattutto dal punto di vista sociale. E hanno sfatato una credenza assai diffusa: l'orso bruno non è pericolosoI tuoi commenti
VAL RENDENA - Uomo e orso possono convivere? Detta così questa domanda può far sorridere ma è quanto hanno cercato di capire i ricercatori del Parco Adamello Brenta che per quattro anni hanno studiato il plantigrado soprattutto dal punto di vista sociale. E hanno sfatato una credenza assai diffusa: l'orso bruno non è pericoloso. Certo, non sarà quel che si dice un animale sociale, e d'altro canto è un orso mica per niente, ma quel che è certo è che nelle sue intenzioni non c'è per nulla la voglia o l'impulso di attaccare l'uomo.
La ricerca - condotta da Maria Cavedon - si è occupata chiaramente di molti altri aspetti come le strategie di svernamento. E gli atti sono finiti in un interessante libro edito dal Parco assieme a un secondo volume sul gallo cedrone. L'indagine ha raccolto le testimonianze di 355 persone che, nei boschi tra il Brenta e la Paganella, hanno avuto un incontro ravvicinato con il plantigrado. La reazione prevalente dell'animale, manco a dirlo, nel 60% dei casi è stata quella di allontanarsi dall'avvistatore. Nessuna ambizione di confronto o scontro, insomma, ma una più opportuna indifferenza. In un terzo dei faccia a faccia, è rimasto fermo al suo posto ma senza atteggiamenti minacciosi, quanto piuttosto di controllo della famiglia (si tratta infatti di mamme con i cuccioli). Dopo aver appurato l'assenza di pericoli, però, ha girato la coda e se n'è andato.
In nessun caso, comunque, il plantigrado ha mostrato aggressività e, tra l'altro, non sembra aver paura della presenza umana a prescindere dal comportamento e dal rumore prodotto. A meno che questo non sia fastidioso, come urla e risate grasse, che potrebbe registrare come rischio di attacco nemico. La percezione di avere davanti un esponente di un altro regno naturale, dicono gli esperti, più che al comportamento è piuttosto legata all'odore. Vista dalla parte dell'uomo, invece, l'incontro con l'orso è servito per cambiare l'opinione, di solito da bar, sul re del bosco. In sei casi su dieci, infatti, gli escursionisti hanno cancellato i preconcetti sulla pericolosità di Bruno riconoscendone l'atteggiamento positivo.
L'orso, insomma, è tutt'altro che un nemico della specie umana anche se non ha affatto voglia di uscire a cena insieme. Però è fondamentale tenere a mente alcune norme comportamentali quando si gira per i boschi. Innanzitutto, si deve ricordare che, pur di indole assolutamente pacifica, si tratta di un essere di grandi dimensioni e quindi con necessità di avere ben presente un'ampia via di fuga in caso di pericolo. Per evitare il confronto, quindi, basta camminare in modo rumoroso, calpestando foglie e rami secchi o produrre altri suoni non molesti. Grida e schiamazzi non solo sono inutili ma disturbano anche altri abitanti delle foreste. Sarebbe come presentarsi a casa di amici e urlare in continuazione.
L'altra norma da seguire, anche da un punto di vista ecologico, è evitare in tutti i modi di lasciare rifiuti in giro. L'orso, infatti, è un mangione, onnivoro, perennemente affamato e soprattutto terribilmente opportunista e pigro. Per questo tende a gettarsi sul cibo facile, che non richieda fatica o impegno eccessivo. E i sacchetti della spazzatura, ma pure i bidoni e i cestini, sono semplici da recuperare. Nutrirsi di rifiuti comporterebbe a lungo andare la perdita della selvaticità e anche quel minimo di paura che ha nell'uomo. Insomma, la possibilità di trovarselo sul sedile passeggero con le cinture allacciate potrebbe non essere così remota.