Ricerca: aumenta il car pooling tecnologico
Giovani, occupati, amanti della tecnologia, rispettosi dell’ambiente e attenti al risparmio: è l’identikit degli italiani che scelgono la condivisione della propria vettura con viaggiatori verso la stessa destinazione, condividendo anche le spese, emerso dall’indagine realizzata dall’istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con BlaBlaCar, piattaforma online che mette in contatto gli automobilisti che offrono posti liberi con persone in cerca di un passaggio.
Le oltre 5 mila risposte elaborate hanno permesso di tratteggiare, spiega una nota di Sant’Anna e BlaBlaCar, «il profilo di un viaggiatore con un’età media di 31 anni, solo il 21% è costituito da studenti, mentre il 71% è composto da lavoratori, in maggioranza impiegati e liberi professionisti».
L’indagine ha anche verificato che, tra questi, il 69% ha un contratto a tempo indeterminato e un reddito lordo annuo intorno ai 24 mila euro. Gran parte degli intervistati (il 60%) risiede nel nord Italia, con picchi in Lombardia (20%), Emilia Romagna (12%) e Veneto (8%).
Ai primi posti però anche due regioni del centro (Lazio e Toscana, rispettivamente l’11% e l’8% di utenti). I ricercatori del Sant’Anna infine definiscono «tre volte smart» coloro ce condividono il viaggio perchè «nell’85% dei casi l’utente si dichiara sempre connesso a Internet, nell’82% fa anche shopping online e, nell’83%, possiede uno smartphone, inoltre, chi condivide l’auto, offrendo o ricercando passaggi con BlaBlaCar, è smart anche perchè pensa al risparmio e rispetta l’ambiente (il 61% degli utenti indica la tutela ecologica tra le principali motivazioni per cui sceglie di utilizzare il servizio).
E tra i dati emersi i ricercatori della Scuola Sant’Anna, hanno evidenziato quello relativo al 58% dei passaggi offerti, ove il conducente riceve tante richieste da riuscire a occupare tutti i posti liberi nella propria auto: va considerato che ogni passeggero potrebbe circolare con un altro veicolo privato sulla stessa tratta, moltiplicando le emissioni di Co2.