Ruba l'identità dei clienti per attivare le nuove sim
Nella sua disponibilità aveva sempre una manciata di schede telefoniche. Poteva utilizzarle per sé, ma anche cederle ad altri. Tuttavia non è l'uso che l'uomo avrebbe potuto farne a metterlo nei guai, bensì il modo in cui aveva attivato le nuove sim: rubando l'identità di ignari clienti. È così che un pakistano cinquantenne, regolare in Italia e residente a Trento, è finito davanti al giudice e condannato ieri a quattro mesi e due giorni di reclusione.
L'uomo, titolare di un phone center a Trento nord, secondo quanto ricostruito in aula aveva estrapolato i dati anagrafici dalle copie dei documenti di identità di ignari clienti di un altro phone center cittadino. Con le generalità rubate e senza il consenso degli intestatari aveva compilato le richieste di attivazione di cinque schede telefoniche ricaricabili, sostituendosi agli inconsapevoli clienti. Tre sono state le vittime identificate dagli investigatori, ossia le persone che a loro insaputa si sono ritrovate con una sim intestata: un moldavo di 27 anni e due quarantenni del Togo.
I fatti contestati risalgono a luglio 2012. All'imputato venivano dunque contestati una serie di reati, dalla scrittura privata alla sostituzione di persona e illecito trattamento di dati personali. Le sim erano state trattenute dallo stesso pakistano, disponibili dunque ad essere smerciate. Il mercato «nero» dei numeri di cellulare è sempre fiorente e la richiesta viene soprattutto da chi non ha documenti oppure da chi ha obiettivi poco leciti: in caso di intercettazione telefonica, è possibile risalire subito all'intestatario della scheda, ma è complesso stabilire chi effettivamente la sta utilizzando.