Governo Usa contro Facebook «Spot discriminatori»
Il governo degli Stati Uniti ha accusato Facebook di consentire discriminazioni da parte di chi acquista spazi pubblicitari sulla piattaforma. Secondo il Dipartimento per l’abitazione e lo sviluppo urbano, chi pubblica inserzioni relative a case in affitto o in vendita può selezionare l’audience in base a sesso, disabilità o etnia. Tale pratica è in contrasto con una legge in materia, il Fair Housing Act.
«Facebook discrimina illegalmente consentendo agli inserzionisti di scegliere quali utenti ricevono annunci relativi alla casa in base a etnia, colore, religione, sesso, stato familiare, origine nazionale e disabilità», denuncia il Dipartimento. L’accusa è di «classificare gli utenti sulla base di caratteristiche protette» e di offrire agli inserzionisti la possibilità di «esprimere preferenze illegittime suggerendo opzioni discriminatorie».
Nel dettaglio, si legge, Facebook permette di selezionare chi riceve messaggi pubblicitari in base al sesso (decidendo di mostrare gli spot solo a uomini o donne), alla disabilità (escludendo ad esempio chi sul social esprime interesse per cani guida o scooter per disabili), allo stato familiare (escludendo chi ha manifestato interesse per cure parentali o chi ha figli sotto una certa età), alla religione (selezionando chi è interessato alla Chiesa o alla Bibbia), al Paese d’origine e all’etnia, facendo una selezione anche attraverso i codici postali.
Per Facebook non è la prima accusa in tal senso: la discriminazione consentita nelle pubblicità è stata oggetto di due inchieste del sito ProPublica nel 2016 e 2017.