La scia luminosa di un "sasso" spaziale vista anche in Trentino
Potrebbe essere stato un “sasso” spaziale di 1-2 metri di diametro, con una massa stimabile da 1.800 a 7.000 chili, a generare il bolide più luminoso della luna piena che ieri mattina intorno alle 10 e 35 è esploso sul mare Adriatico, lasciando una scia che è stata avvistata dal Trentino fino all’Umbria. Il fenomeno, molto raro, ha subito attirato l’attenzione degli astrofili italiani così come degli esperti della rete Prisma (Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
«Ci sono arrivate tantissime segnalazioni da diverse Regioni, come Trentino, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Marche e Umbria», spiega Enrico Stomeo, a capo della sezione meteore dell’Unione astrofili italiani (Uai). «Purtroppo, però, non forniscono informazioni utili a determinare la posizione esatta in cui è avvenuto il fenomeno. Il bolide è stato diurno e quindi nel cielo non erano visibili stelle che potessero fungere da punti di riferimento». Dall’Italia «si è vista molto bene la parte iniziale dell’esplosione, avvenuta sopra il mare Adriatico con un chiarore che ha superato quello della luna piena. Poi - aggiunge l’astrofilo - è proseguita verso nord-est, probabilmente tra Croazia e Slovenia».
Le telecamere della rete Prisma non erano in modalità presa dati, così come quelle degli astrofili che si attivano solo dopo il tramonto per la “caccia” alle meteore. Per questo la ricostruzione della traiettoria viene fatta sulla base delle testimonianze, come il video ripreso dalla telecamera di un automobilista di Fano e il racconto di un ex pescatore della stessa città, sorpreso dalla scia luminosa mentre stava lavorando in spiaggia.
Secondo gli esperti di Prisma, il bolide avrebbe attraversato l’atmosfera con una velocità di circa 15 chilometri al secondo e avrebbe percorso una traiettoria a bassa inclinazione sulla superficie terrestre. I testimoni visuali lo hanno visto inizialmente dalla Corsica fino a perderlo sulla Croazia. «Nella parte finale della traiettoria il bolide ha subito due esplosioni, effetti della frammentazione del meteoroide originario, e nel cielo, per un paio d’ore, è rimasta visibile una piccola nube di colore biancastro», precisano gli esperti.
Viste le dimensioni, è molto probabile che qualche frammento sia arrivato al suolo, ma con le sole testimonianze non è possibile individuare l’esatto punto di caduta che, probabilmente, si trova in prossimità del confine fra Croazia e Ungheria.