Acciaieria di Borgo, a rischio l'accordo
A poco tempo dall'accordo, accolto con la maggioranza dall'assemblea dei lavoratori, che prevede una serie di sacrifici, soprattutto economico-remunerativi, per tutti, in favore di un rientro degli operai nell'arco di 24 mesi, rischia di saltare tutto per il no della FIOM-CGIL bresciana
BORGO - «È di questi ultimi giorni - fa sapere in una nota CISL-FIM - la notizia che sembra essere una boccata d'ossigeno per i dipendenti dell'ex-Gruppo Leali: il reintegro sul posto di lavoro nell'arco di 24 mesi per ognuno di loro.
Il condizionale è però d'obbligo perchè sono quattro le fabbriche dell'ex-Gruppo Leali coinvolte nell'acquisizione da parte del Gruppo Klesch, di cui tre a Brescia e una appunto a Borgo Valsugana. Gli accordi tra la nuova azienda, la Leali Steel, e i sindacati di riferimento, si stanno tenendo in due sedi separate: Trento e Brescia.
Per quanto riguarda Trento, grazie alla collaborazione fruttuosa tra FIM-CISL e la FIOM-CGIL, è
stato siglato un accordo, accolto con l'assoluta maggioranza dall'assemblea dei lavoratori e
sottoscritto all'unanimità con accordo 411 di rinuncia individuale, che prevede una serie di
sacrifici, soprattutto economico-remunerativi, per tutti, in favore di un maggiore rigore
economico in questi primi 24 mesi in cui la nuova azienda intende riavviare la produzione,
specializzandosi nel mercato degli acciai speciali, rigore che permetterà d'altra parte di mantenere
il lavoro per gli oltre cento lavoratori ora in cassa integrazione e che potranno così, nell'arco dei
suddetti 24 mesi, rientrare a rotazione in acciaieria.
L'accordo sviluppato dalla FIM-CISL in collaborazione con la FIOM-CGIL del trentino, rischia però di saltare, rendendo vani gli sforzi di tutti e sostanzialmente condannando Borgo Valsugana a perdere un'importante occasione per risollevare il territorio in un momento di crisi. Si dà il caso infatti che la contrattazione tra il nuovo gruppo e i sindacati sia di fatto divisa tra le rappresentanze territoriali di Trento e di Brescia, in quest'ultima è arrivata la bozza di accordo trentina, ma la FIOM-CGIL bresciana a differenza dei colleghi trentini, non condivide questa linea d'azione.
Punto centrale è la questione dell'impianto di Roè Volciano, struttura già uscita dalla produzione da tre anni e i cui dipendenti sono da allora in cassa integrazione, pur essendoci
la volontà da parte della nuova azienda acquisitrice di auto imporsi il vincolo di precedenza per
gli ex dipendenti di Roè Volviano in caso di nuove assunzioni, la pozione della FIOM-CGIL
bresciana è di non voler escludere quei lavoratori dall'operazione, rendendo di fatto difficoltoso il
prosieguo delle trattative poichè le posizioni tra l'azienda e i sindacati sono troppo lontane,
mancano, a detta dell'azienda, i capitali necessari al mantenimento degli assunti di una struttura
come quella di Roè Volviano, attualmente di fatto dismessa.
Borgo Valsugana attende quindi di sapere se la FIOM-CGIL di Brescia preferisce, come
velatamente hanno fatto intendere, vedere tutti i dipendenti delle quattro fabbriche senza lavoro,
piuttosto che salvaguardare la maggioranza dei lavoratori, pur essendo a conoscenza del sacrificio
dei lavoratori di Roè Volciano, con la fiducia nell'intenzione dell'azienda di riassumerli.
I dipendenti trentini attendono, fiduciosi che a Brescia qualcuno usi il buon senso, sbloccando
questa situazione così difficile per centinaia di lavoratori, per centinaia di famiglie e per un
territorio come quello di Borgo Valsugana che ha bisogno di lavoro, di nuova linfa vitale, per
tornare a crescere".