«La caserma resta vuota ma non è colpa nostra»
È un nervo dolente per l'amministrazione comunale di Pieve di Bono, la nuova caserma per la stazione dei Carabinieri del paese, pronta da due anni, ma ancora inutilizzata. Il progetto è del 2002, ed è vero che ci sono voluti dieci anni per realizzarla con il fuori programma del fallimento di ben due ditte, ma tutto era stato concordato
PIEVE DI BONO - È un nervo dolente per l'amministrazione comunale, la nuova caserma per la stazione dei Carabinieri del paese, pronta da due anni, ma ancora inutilizzata. Il progetto è del 2002, ed è vero che ci sono voluti dieci anni per realizzarla con il fuori programma del fallimento di ben due ditte, ma tutto era stato concordato.
Parlarne con il sindaco Attilio Maestri è come mettere il dito nella piaga. «Tutta la documentazione è da tempo nelle mani del Commissario del Governo, del Ministero dell'Interno, del Demanio - dice accorato -. Noi abbiamo sottoscritto tutto quello che ci veniva richiesto, ci siamo sottomessi, abbiamo accettato le riduzioni di affitto peeviste dalle nuove norme, abbiamo sollecitato a destra e a manca, ma niente. Non sappiamo più a che santo votarci».
Eppure della nuova caserma c'era bisogno, quella di prima non era a norma. E il Comune si era attivato ottenendo un finanziamento provinciale con l'opera che alla fine è costata 850 mila euro.
«Due anni che la spesa è stata fatta, non per sfizio, ma per esigenze che erano state concordate. In un momento in cui il Governo lancia continui appelli a non sprecare risorse, la gente ci guarda e ci giudica degli "spendaccioni" - continua Maestri - è una situazione vergognosa, che grida vendetta al cielo».
Se dipendesse dal sindaco, l'autorizzazione ad entrare nella nuova caserma non tarderebbe neanche di un minuto, purché venga usata, ma senza un contratto non si può. Il bello è che chi dovrebbe mandare avanti la pratica non lo fa.
«Stiamo ospitando i carabinieri in un'altra palazzina comunale non certamente adeguata, è la vecchia casa del custode delle scuole, adattata provvisoriamente, e sono passati quasi dieci anni - si sfoga il sindaco -. Il maresciallo è ospitato in un appartamento del comune di Prezzo, di cui noi paghiamo l'affitto. E ci sono utenze che teniamo attive per garantire un minimo di mantenimento della nuova struttura, alla quale comunque servirà qualche ritocco prima di entrarci».
L'amministrazione comunale si è mossa interessando anche i parlamentari trentini, e l'ultima lettera di sollecito al Commissario del Governo è di tre mesi fa. Ma il silenzio continua.
«Nel 2002 avevamo concordato un affitto attorno ai 25 mila euro, se va bene prenderemo i 10 mila euro di prima - continua sconsolato Maestri - ma non importa, a me interessa sfruttare un'opera che è stata fatta per uno scopo e che non sarebbe neanche facile convertire per un uso diverso. Ma con gli occhi della Corte dei Conti puntati addosso non possiamo pensare di darla gratuitamente, serve un contratto che è due anni che aspetta perché qualche funzionario non fa il suo lavoro, una cosa assurda». A questo punto il sindaco di Pieve di Bono non sa più cosa dire: «Almeno ci scrivessero che non interessa più, potremo prendere qualche decisione, ma così ci scontriamo continuamente con un muro di gomma...»
Eppure quella caserma serve, tanto più che quella di Condino dovrebbe essere ristrutturata. «Ma anche così è indispensabile: la stazione di Pieve di Bono è stata implementata proprio recentemente di due o tre unità rispetto a prima - insiste il sindaco - e ha competenza su un territorio, la Busa di Pieve con l'estensione di Daone, che è tra i più vasti del Trentino».