Inferno in galleria

Prima lo schianto: due moto vanno in mille pezzi, poi una palla di fuoco che le avvolge, e un fumo nero e denso invade la galleria. Sull'asfalto restano due vittime. È una tragedia quella successa ieri pomeriggio nel tunnel «Agnese», la galleria che collega Riva alla Val di Ledro. Hanno perso la vita un uomo di 48 anni, di Vicenza, che era alla guida di una Bmw, sulla quale viaggiava anche il figlio, e un giovane altoatesino, a sua volta alla guida di una moto, accompagnato dalla fidanzata. Le due moto si sarebbero scontrate durante un sorpasso (video Jacopo Salvi)

di Davide Pivetti

VAL DI LEDRO - Prima o poi doveva accadere. E adesso che è accaduto va detto che non tutto è andato come avrebbe dovuto.
Rapido, tempestivo, efficace nonostante quel muro nero da superare, penetrare, l'intervento dei soccorsi. Vigili del fuoco, agenti di polizia locale, carabinieri non si sono tirati indietro, non ci hanno pensato un istante. Dentro a testa bassa, con solo una mascherina, dove non si vedeva niente. Hanno trovato, sul posto, lo spirito di iniziativa di una giovane infermiera ledrense, Emanuela Crosina, di Tiarno di Sotto. Era sul «van» con i figli, non ci ha pensato un attimo a scendere, a soccorrere almeno due dei quattro centauri coinvolti, Gli altri due non li poteva neppure vedere. Alla fine è dovuta ricorrere anche lei alle cure dei sanitari: ossigeno contro quel fumo, entrato nei polmoni.
Ma almeno due cose non hanno funzionato ieri nel tunnel «Agnese». Gli estintori c'erano, e sono stati subito utilizzati. Ma le manichette degli idranti, aperte a tutta mandata, hanno continuato ad espellere solo aria in pressione. Niente acqua. E sarebbe servita. I grandi areatori posti sulla sommità del tunnel non hanno fatto quel che dovevano. Ci sono volute ore, troppe ore, per far uscire abbastanza fumo da consentire l'accesso al tunnel del medico legale che ha poi constatato il decesso dei due centauri. Sul posto è arrivato anche il sindaco di Riva, Adalberto Mosaner, visibilmente scosso. Non una visita formale la sua. Si è fermato a lungo, ha chiesto, ha cercato di capire: «Mi hanno riferito - ha detto il sindaco - che gli areatori della galleria spingono dentro il fumo invece di mandarlo fuori, non sono reversibili». Infatti è poi arrivato un " tre assi" dei vigili del fuoco con un'enorme ventola che ha spinto il fumo verso l'uscita a monte.
Incidenti in galleria come questo sono l'incubo dei soccorritori. Fondamentale è risultata essere la manovra d'esercitazione che, poco meno di un anno fa, aveva visto per la prima volta coinvolti i vigili del fuoco di Ledro e Riva, i volontari della Croce Rossa e i sanitari del 118 proprio nella galleria "Agnese", impegnati in operazioni che, seppur d'addestramento e preventive, si sono rivelate essere ieri per i soccorritori quanto mai preziose. E soprattutto indispensabili, considerata la pericolosità di questo tratto di strada statale, un rettilineo lungo più di tre chilometri, in pendenza, dove il limite massimo di velocità è di 70 chilometri orari ma che troppo spesso rappresenta un tracciato dove automobilisti e motociclisti si sentono liberi di dare gas, incuranti del pericolo.
Il tunnel «Agnese» ha rappresentato un miracolo politico quando è stato realizzato, ma dimostra già da tempo tutti i suoi limiti strutturali. Ieri ne ha palesati altri in termini di sicurezza. Il male principale resta la canna unica. L'assenza di separazione fisica tra due corsie. E il rettilineo che spinge molti ad accelerare. Qualcuno ieri sera, ripulendosi il viso dalla fuliggine, si è lasciato scappare un commento che fa un po' venire i brividi: «Anche il tunnel Loppio-Busa lo vogliono ancora fare a canna unica, vi rendete conto?»

 

comments powered by Disqus