«Retata» dell'Inps nelle campagne di Mori
Una volta la vendemmia era una festa ed era normale che parenti e amici scendessero in campo, letteralmente, per dare una mano al vignaiolo. Ora, invece, la burocrazia ha cancellato la festa facendola diventare un incubo. Ne sanno qualcosa a Besagno di Mori dove gli ispettori dell'Inps hanno setacciato le campagne a caccia di «irregolari». Il risultato è stato un fuggi fuggi di pericolosi pensionati. Quando si dice la lotta al lavoro nero
Venerdì gli ispettori dell'Inps hanno setacciato le campagne di Besagno annotando le generalità di tutti coloro che stavano lavorando sotto le vigne, creando situazioni di panico e un fuggi fuggi generale. La notizia è rimbalzata da agricoltore ad agricoltore, facendo montare la rabbia nella frazione moriana, che ha vissuto la presenza dei funzionari come una persecuzione.
L'istituto di previdenza voleva verificare la forza lavoro impiegata sotto le pergole: a Besagno, come in molte altre realtà trentine, quando è il momento della raccolta i contadini chiamo a raccolta nipoti, zii, nuore, vicini di casa e amici per dare man forte alla vendemmia. Le dimensioni degli appezzamenti sono in media molto ridotte e per rispettare i dettami delle cantine c'è bisogno di più braccia possibili. La legge però vieta alle aziende agricole di farsi aiutare da parenti oltre il terzo grado o da semplici conoscenti, se non con un regolare contratto. Ecco il perché della baraonda di ieri.
I commenti di chi ha vissuto la visita degli ispettori non sono lusinghieri. «Ho visto delle pensionate spaventate, sull'orlo delle lacrime e altri che scappavano sotto le vigne per non farsi "interrogare"», racconta un contadino di Besagno. In mattinata i funzionari hanno controllato la zona di Palt, a Tierno, per poi ricominciare da sotto Crosano nel pomeriggio. «Sono arrivati in gruppo, tre da una parte del filare e tre dall'altra. Eravamo circondati. Ci hanno chiesto i documenti, se eravamo occupati o meno e intanto prendevano appunti», spiega un residente.
Quella di venerdì è stata la prima visita ufficiale dell'Inps nelle campagne di Besagno. Alcuni contadini sono stati collaborativi, mentre altri si sono rifiutati di fornire i loro dati. «La reazione ostile è comprensibile. La vendemmia è il momento più importante dell'anno: già non chiudiamo occhio per le nostre normali preoccupazioni sul meteo, se poi si aggiungono anche i raid dell'Inps...», sospira un agricoltore.
Il paese ora è in subbuglio in attesa delle sanzioni conseguenti alle segnalazioni degli ispettori, mentre ieri è stato veramente difficile trovare qualcuno disposto a riprendere in mano cesoia e imbuto. «Tutti hanno paura, si sono sentiti trattati come dei criminali, quando per noi aiutarsi è la prassi. Se il vicino viene qualche ora per la vendemmia, poi io gli presto il trattore o gli porto la legna», racconta un altro imprenditore agricolo.
Le lamentele dei contadini sono state raccolte dal consigliere provinciale Claudio Civettini, che si schiera dalla parte dei residenti. «La mutualità in Trentino ha fatto la storia dell'agricoltura. La visita dell'Inps fa inorridire, perché perseguitare disoccupati o cassaintegrati che vanno a guadagnare poche decine di euro è imbarazzante». Il leghista va oltre. «Se qualcuno riceverà una multa, mi auto-denuncio anche io. Capisco che ci sono delle regole, ma serve il buonsenso».