L'appalto va in Veneto. La rabbia di De Laurentis

«Le imprese edili sono in ginocchio e questi cosa fanno? Si danno la zappa sui c....». Roberto De Laurentis ha un diavolo per capello. È arrabiato, anzi «incazzatissimo» come sottolinea più volte lui stesso. A scatenare le ire del presidente degli artigiani trentini è un nuovo, corposo appalto finito fuori provincia: il primo lotto di una pista ciclabile tra Folgaria ed Asiag

di Sergio Damiani

roberto de laurentis«Le imprese edili sono in ginocchio e questi cosa fanno? Si danno la zappa sui c....». Roberto De Laurentis ha un diavolo per capello. È arrabiato, anzi «incazzatissimo» come sottolinea più volte lui stesso. A scatenare le ire del presidente degli artigiani trentini è un nuovo, corposo appalto finito fuori provincia: il primo lotto di una pista ciclabile tra Folgaria ed Asiago. Sono due milioni e spiccioli - che di questi tempi per un'impresa significano ossigeno per andare avanti - finiti in Veneto con tutto quel che ne consegue: tasse che se ne vanno e imprese trentine sempre più a secco. «Sono degli irresponsabili - rincara la dose De Laurentis - Noi ci inventiamo di tutto per arginare la crisi del settore edile e questi cosa fanno? Lasciano che gli appalti se ne vadano fuori provincia. È pazzesco! Cosa aspetta la politica a prendere provvedimenti?».


Facciamo un passo indietro. Il casus belli - ma De Laurentis sostiene che è solo l'ultimo di una lunga serie - è la realizzazione di una pista ciclabile sugli altipiani cimbri. Un'opera importante per gli amanti delle due ruote ma anche per le imprese trentine che dai lavori pubblici sperano di ottenere l'aiuto decisivo uscire dalla crisi. L'intervento era stato finanziato nel novembre 2012 da una delibera della giunta provinciale: sul piatto erano stati messi 3,8 milioni di euro. Nel febbraio del 2014 il Comune di Folgaria ha predisposto l'appalto per il primo stralcio: valore 2.017.025 euro. Sono proprio quegli ultimi 17 mila euro, un'inezia rispetto al valore complessivo dell'opera, che hanno mandato su tutte le furie De Laurentis e gli artigiani: «Se il primo lotto fosse rimasto sotto i due milioni di euro l'amministrazione avrebbe potuto limitarsi ad invitare 20 imprese trentine di comprovata affidabilità, invece per quei 17.025 euro in più l'appalto è stato aperto praticante a tutta Italia con 248 imprese invitate e offerte arrivate, solo per fare qualche esempio, anche da Crotone, Lecce, Palermo, Avellino, Caserta. In questo modo le nostra imprese sono state di fatto tagliate fuori. L'appalto, aggiudicato il 19 agosto, è andato ad un'impresa di Limena, Padova, con un ribasso del 22,787%». Le ditte trentine sono rimaste fuori dai giochi: hanno partecipato 52 aziende, ma si sono piazzate tutte ben lontane della vittoria.


È proprio questo aspetto che ha fatto infuriare De Laurentis. «Qui - sottolinea il presidente degli artigiani - c'è gente, pagata con i nostri soldi, che per pararsi il fondo schiena non si è minimamente preoccupata di far rimanere in Trentino questo appalto. E i responsabili di tutto ciò questa volta hanno nome e cognome: amministrazione di Folgaria e Agenzia per gli appalti. Noi abbiamo chiesto e ottenuto dalla politica una norma che consentisse di tenere gli appalti fino a 2 milioni in Trentino, ma poi i funzionari vanno per la loro strada. Nei palazzi della politica qualcuno si rende conto della gravità di tutto ciò? Non è questione di protezionismo, per le nostre imprese è pura sopravvivenza. I signori che hanno allestito l'appalto da 2 milioni e 17 mila euro lo sanno che la Cassa edile anche quest'anno ha perso il 17% in termine di imprese e di contributi? Sanno che se saltano le imprese salta il Trentino?» 

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