Martedì 10 cala il sipario sul Merano WineFestival

Oggi, martedì 10 novembre, cala il sipario sull’edizione numero 24 del Merano WineFestival. Molto importante la presenza di produttori trentini (di punta con Trentodoc e i suoi 41 affiliati) e altoatesini, pronti a proporre, oltre a una qualificata rassegna enologica, anche un «gin alpino» marchiato Roner. Iniziata giovedì 5 novembre, la prestigiosa vetrina allestita nel complesso del Kurhaus, ha proposto - oltre a 450 produttori vitivinicoli provenienti oltre che dall’Italia anche da altri Paesi europei ed extraeuropei - incontri, dibattiti e curiosità.

Da segnalare il Convegno internazionale sui cambiamenti climatici, che ha fatto suonare un campanello d’allarme soprattutto per le aree vitivinicole del Mediterraneo. Il surriscaldamento del pianeta comporterà infatti l’erosione dei suoli, l’aumento del grado zuccherino e minore acidità dei vini, disidratazione dei grappoli, bruciatura delle foglie, aumento delle malattie della piante, vendemmie sempre più precoci. Sarà quindi necessario sviluppare adeguate tecniche d’impianto, di gestione del suolo e del verde, ma anche trovare un equilibrio fra impresa vitivinicola, rispetto della biodiversità e conservazione del territorio.

E da questo punto di vista una pagina importante del WineFestival 2015 è stata dedicata ai vini biologici e naturali (al Pavillon des Fleurs), con delle scelte innovative al limite dello shock come le botti di cemento utilizzate per alcuni prodotti dall’azienda del Grossetano «fattoria di magliano», oppure la scelta fatta da Paolo Calì, che ha deciso di coltivare biologicamente 15 ettari nella zona di Vittoria, portando al Kurhaus anche un campione delle sabbie di mare originate da dune marine preistoriche a 189 metri di altitudine slm. Un terreno ideale per antichi vitigni autoctoni coltivati fin dai tempi dei Greci, quando l’antenato del Cerasuolo di Vittoria veniva chiamato «Mesopotamium».

Storia e leggenda del vino, ma anche di altri «beni» del nostro Paese, come la pasta presentata alla Merano Arena dai Gusti d’Abruzzo Erasmi, dove il grano aspetta un anno prima di essere trasformato, trafilato al bronzo ed essiccato lentamente a bassa temperatura per non perdere nulla dell’aroma più intenso e genuino del germe.

 

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