In una dichiarazione comune, che è stata consegnata in questi giorni al Landeshauptmann del Tirolo e al Presidente della Giunta Provinciale Trentina, le associazioni tradizionaliste chiedono insistentemente al presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, in qualità di presidente dell’Euregio Tirolo, di non voler permettere che Trento sia il luogo di questa manifestazione. Nel 2012 Bolzano ebbe questo dubbio onore, ora pare che lo stesso destino spetti a Trento nell’anno 2018, non a caso proprio 100 anni dopo la fine della grande guerra e della “liberazione” del Trentino, gli abitanti del quale avevano lottato per l’Austria-Ungheria.

Tra le associazioni tradizionaliste sotto la presidenza di Franz Hitzl, oltre alle tre Federazioni degli Schützen Tirolesi tra i firmatari vi sono l’Unione ufficiali dell’esercito austriaco (Sezione Tirolo) con il colonnello Willi Tilg e l’Unione sottufficiali dell’esercito austriaco con il maresciallo Erich Stor. Anche Siegfried Knapp, presidente della Federazione bande musicali del Tirolo, e Manfred Duringer, presidente della Federazione Cori del Tirolo, nonché Oswald Gredler della Federazione associazioni folcloristiche del Tirolo hanno firmato il documento.

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«Una tale manifestazione, alla quale tradizionalmente viene portata la bandiera di guerra, proprio nell’Euregio Tirolo e in una città, che è stata austriaca per quasi 600 anni può essere letta solamente come un affronto nei confronti dell’ex – avversario, che oramai è un partner europeo. In ogni caso non contribuirà in nessuna forma ad una qualsivoglia festa della pace ed alla pacifica convivenza» dicono Hermann Hotter della Federazione Veterani del Tirolo, Christian Haager della Federazione Kaiserjäger del Tirolo, Andreas Hauser della Federazione Tiro a Segno del Tirolo e Manfred Schullern dell’Alt-Kaiserjäger-Club di Innsbruck.

L’adunata alpini avviene ogni anno in un’altra città italiana. Quest’anno l’Ana sceglierà la meta del 2018 – che sembra sarà Trento. I comandanti delle tre Federazioni degli schützen Tirolesi, Paolo Dalprà, Fritz Tiefenthaler e Elmar Thaler hanno già espresso la loro opposizione in molteplici occasioni.