L'Austria non ascolta l'Italia «Pronti a bloccare il Brennero»
Mentre il governo austriaco - criticato dalla Svp - conferma che «in caso di necessità» è pronto a chiudere il confine del Brennero, al valico oggi si sono svolte iniziative di segno opposto: la Lega Nord con un piccolo presidio a favore della chiusura, mentre Sinistra italiana si mobilità contro.
L’Austria «in caso estremo» potrebbe chiudere completamente il Brennero, ha detto il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil - secondo quanto riporta l’Apa - durante una riunione del suo partito, lo Sphe, a Innsbruck. Se l’Italia continuasse a far passare i profughi e non prendesse indietro i respinti con il Tirolo trasformato in «sala d’attesa», «chiederemo all’Italia di poter controllare noi anche sul suo territorio». Pronti, nel caso più estremo, a chiudere i confini, ha ribadito.
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Se L’Italia continuasse a far passare i migranti e la Germania dovessero continuare a monitorare il suo confine come fatto finora «avremmo un serio problema», ha aggiunto mettendo in guardia sul rischio di un Tirolo trasformato in «sala d’attesa». In quel caso - ha aggiunto il ministro - «chiederemo all’Italia di poter controllare noi anche sul suo territorio». «Dobbiamo andare in offensiva», ovvero «annunciare controlli di confini e creare le misure legislative» ha proseguito in riferimento dell’inasprimento del diritto d’asilo in Austria che scatterà il primo giugno prossimo. L’Austria - ha ricordato parlando ieri in tarda serata ad un riunione del suo partito - ha fissato un tetto di 37.500 richieste d’asilo per quest’anno ma finora sono già arrivate 16.550-17.000 domande.
Quelle del ministro della difesa austriaco Hans Peter Doskozil sono affermazioni che «non sono di utilità per nessuno e sicuramente non portano a quell’atteggiamento coordinato tra gli Stati che invece sarebbe necessario», dice il segretario politico Svp Philipp Achammer, ricordando come il suo partito si sia già espresso più volte contro i controlli al confine del Brennero.
«La Svp - afferma Achammer - ha sottolineato in maniera estremamente chiara che una soluzione al problema dei profughi si potrà avere soltanto attraverso un modo di operare comune. Perciò gli Stati debbono intensificare i propri sforzi per una soluzione concordata». Achammer afferma infine di avere «comprensione per la particolare situazione in cui si trova l’Austria, ed anche l’Italia - sottolinea - deve fare i suoi compiti a casa. Se proprio i controlli alla frontiera saranno inevitabili, in questo caso dovranno essere ridotti al minimo necessario».
Sarà di 1,1 milioni di euro il costo delle opere di confine che il governo austriaco conta di completare entro la fine di maggio al Brennero. Lo ha detto il ministro dell’Interno di Vienna, Johanna Mikl-Leitner nel corso del suo ultimo intervento alla commissione parlamentare Interni, prima di lasciare l’incarico per dedicarsi alla politica regionale.
Critiche alla scelta di Vienna sono venute anche dal mondo politico tirolese. Una delegazione parlamentare di Sel - Sinistra italiana oggi ha deposto al valico del Brennero un’ortensia blu, simbolo dei colori dell’Europa, in segno di protesta contro le decisioni di Vienna sui migranti. «Sono purtroppo già in questo momento sotto gli occhi di tutti - ha detto il deputato Florian Kronbichler - i danni arrecati ad ideali fino ad ora rispettati: e sono il primato dell’aspetto umanitario su quello economico, la credibilità dell’Europa quale spazio di libero scambio di persone e merci, il rapporto di buon vicinato fra l’Italia e l’Austria e non ultima l’idea, giovane quanto suggestiva, della Regione transfrontaliera europea Euregio».
Kronbichler ha affermato che la posizione di Vienna è caratterizzata dalla «retorica elettorale e dalla drammatizzazione di un fenomeno che, vista la realtà dei fatti, al momento non esiste». «Anche oggi - ha spiegato - sui treni che attraversano il valico, di immigrati non si vedeva traccia». La delegazione Sel ha tenuto a precisare di riconoscere «con rispetto e in gratitudine tutto quanto l’Austria in passato ha fatto e fa tutt’ora a sostegno della moltitudine di profughi e richiedenti asilo che sta ospitando. Ma proprio a fronte di tali pregevoli prestazioni dispiace di non poter trovare alcuna comprensione per le misure che la democratica Austria si accinge a mettere in atto».
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