Toponomastica, torna la polemica Interviene anche il governo
La questione toponomastica continua a spaccare la società e la politica in Alto Adige/Südtirol. Sull’ipotesi che una buona parte di nomi italaini finisca cancellata ora interviene il governo, che in sostanza chiede alla Commissione dei sei di sospendere l’approvazione della norma di attuazione.
Il ministro per gli affari regionali e autonomie, Enrico Costa, sollecitato da vari appelli, compreso quello della deputata altoatesina di Fi Michaela Biancofiore, a quanto pare vuole vederci chiaro e ha convocato a Roma l’organo paritetico .
La Commissione dei sei giovedì riferirà dunque il ministro sulla norma d’attuazione sulla toponomastica altoatesina.
La novità è commentata positivamente da Biancofiore, secondo la quale se non si ferma questa norma «non solo i cartelli saranno cancellati ma anche i monumenti storici coperti, scuole di epoca fascista abbattute, eccetera nel più completo silenzio colpevole dei governi italiani».
Secondo la deputata, «la colpa non è della Svp che ha creato passo dopo passo uno Stato nello Stato, ma dei governi italiani che innanzi ai pochissimi voti elettorali Svp e in parlamento ha sempre svenduto una parte pagata col sangue degli italiani della nostra Nazione».
Biancofiore si appella anche al presidente della Repubblica sostenendo che «le Commissioni dei sei e dei dodici sono incostituzionali perché sfornano norme di rango costituzionale fatte da 6 o 12 persone».
Minimizza, invece, la portata della convocazione romana il presidente della commissione paritetica, il senatore Francesco Palermo, difensore della norma.
«Non si tratta di una battuta d’arresto, ma di un un atto dovuto, di carattere istituzionale, visto che Costa è il ministro competente», ha precisato Palermo.
In commissione - si è saputo - sono proseguiti i lavori di messa a punto del testo, soprattutto per quanto riguarda la commissione, che sarà poi istituita con legge provinciale e che dovrà preparare l’applicazione della norma.
Anche il governatore Arno Kompatscher cerca di ridimensionare gli effetti della norma e afferma che «non è stata presa ancora nessuna decisione sull’effettivo utilizzo dei toponimi italiani. Si tratta infatti di una legge procedimentale e sarà un’apposita commissione ad occuparsi dei criteri».
Resta critico Alessandro Urzi, consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore: «Quanto costerà il servizio completo di «sbianchettamento» di quella quota di denominazioni in lingua italiana che (a questo punto pare di capire in una certa misura ridotta ma sempre consistente) la legge provinciale presentata dalla Svp e la norma di attuazione in via di aggiustamento prevedono? Solo per i primi 2 anni 300 mila euro. Ma altri se ne aggiungeranno negli anni successivi, è già previsto. Insomma cifre che si avvicinano al mezzo milione di euro in soli due anni per cancellare le tracce di lingua italiane non gradite alla Svp dai cartelli.
Fra le voci di spesa quella dei componenti del Comitato che dovrà provvedere a operare il taglio materiale. 25.000 euro all’anno per quattro persone. Totale 200.000 euro. Più centomila euro per le spese già previste probabilmente di consulenza e chissà cos’altro. Se, come si sta dicendo, questi membri del comitato dovessero salire a sei, le spese lieviterebbero immediatamente a 500.000 euro (300.000 euro per il biennio per il Comitato più le solite spese accessorie di 200.000 per il biennio)», prosegue Urzì nella sua nota.
E infine aggiunge: «Mezzo milione senza metterci le spese di sostituzione di tutte le targhe abusive sinora installare dall’Alpenverein e pagate dalla Provincia, per svariate centinaia di migliaia di euro. E nessuno chiederà il conto a chi ha abusato del suo potere di ‘gestore dei sentierì negli ultimi anni. Pagheranno i contribuenti.
Anche quelli italiani, anzi soprattutto quelli italiani che contribuiranno generosamente con le loro tasse alla cancellazione della loro lingua in Italia».
«Ovviamente - spiega - su questo punto, incidentale rispetto allo scandalo bilinguismo, ma non meno importante, chiederò conto senza peli sulla lingua in Commissione legislativa convocata paradossalmente per giovedì prossimo, lo stesso giorno in cui il ministro incontrerà la Commissione dei sei.
I Signori della Svp a Bolzano hanno già le idee chiare e se la sentono di decidere anche prima di avere ascoltato il ministro?».