Duplice omicidio di Bolzano, una perizia conferma la versione di Benno: genitori strangolati e gettati nel fiume
Nonostante la confessione, sono state disposte dal gip degli accertamenti tecnico-scientifici, anche per avere dei riscontri rispetto alla versione dei fatti fornita dal figlio di Laura e Peter
IL VIDEO La parola ai periti
LA CONFESSIONE "Sono stato io"
IL PROGETTO Benno voleva fuggire
BOLZANO. Il genetista Emiliano Giardina ha depositato questa mattina, 8 aprile, in tribunale a Bolzano l'esito della prima parte della perizia genetica che ha condotto su incarico della giudice per le indagini preliminari Carla Scheidle nel caso del duplice delitto di Laura Perselli e Peter Neumair.
Come noto, il figlio Benno ha già ammesso di aver ucciso i due genitori e gettato i loro cadaveri nel fiume Adige. Nonostante la confessione, sono state disposte dal gip degli accertamenti tecnico-scientifici, anche per avere dei riscontri rispetto alla versione dei fatti fornita da Benno.
Oggi, giovedì 8 aprile, Giardina ha riferito nel corso dell'udienza in incidente probatorio l'esito di una prima parte della perizia, da cui risulta, per ora, che tutti gli elementi emersi sono compatibili con la versione dei fatti fornita da Benno, che ha detto di aver strangolato i genitori in casa con una corda e di aver poi trasportato i cadaveri, con la Volvo station wagon di famiglia, fino al ponte Ischia Frizzi a Vadena, da dove li ha gettati nel fiume.
Il perito ha spiegato che nell'appartamento non sono state trovate macchie di sangue delle due vittime, ma solo delle tracce biologiche (saliva) di Laura Perselli vicino all'ingresso, proprio dove Benno aveva detto di averla uccisa.
Tracce biologiche di Laura e Peter sono state poi rinvenute nel bagagliaio e nei sedili posteriori della Volvo. Sul ponte di Ischia Frizzi, oltre ad una macchia di sangue di Peter, di cui già si sapeva, è stata anche trovata una macchia con il Dna di Laura.
Appare invece irrilevante la macchia di sudore di Benno trovata su una corda sequestrata all'interno dell'appartamento: lo stesso reo confesso ha spiegato di avere utilizzato per il duplice omicidio un altro cordino, che ha poi gettato in un cestino dei rifiuti lungo la strada, assieme al suo cellulare (questi due oggetti non sono infatti più stati trovati). La macchia di sudore non è oltretutto databile e potrebbe quindi essere antecedente all'omicidio.
Infine il perito non ha rinvenuto alcun tipo di macchia di sangue o altre tracce biologiche su alcuni dei vestiti di Benno (ma non sono ancora stati analizzati tutti) che gli inquirenti avevano sequestrato a casa della sua amica Martina.