"Mariani spa", domani i 150 operai scenderanno in piazza per chiedere al sindaco di favorire l'ampliamento dello stabilimento di Tiarno

di Paola Malcotti

Una manifestazione pacifica, ma determinata nel suo intento, volta a sensibilizzare il sindaco e l’amministrazione comunale sull’annosa questione dell’ampliamento della "Mariani spa". È quanto andranno a mettere in campo i circa 150 dipendenti dell’azienda che, per domani alle 12.30, hanno organizzato un sit-in di fronte al municipio di Pieve.

A seguire con crescente apprensione le vicende relative allo sviluppo della società bresciana dedita alle lavorazioni di componenti per l’industria automobilistica sono stati infatti in questi mesi i suoi lavoratori, preoccupati del fatto che a lungo andare la dirigenza possa spazientirsi e decidere di abbandonare la valle, sia dal punto di vista produttivo che occupazionale. Una prospettiva non così remota, considerato che nell’ottica di una riorganizzazione industriale l’azienda - appartenente al gruppo Omr Holding di Rezzato (BS) - già a fine 2014 aveva deciso di scorporare le produzioni in ghisa della filiera "Dana" dallo stabilimento di Atessa, in provincia di Chieti, e di trasferirle in quel di Tiarno di Sopra. O, in caso di emergenza, in altri stabilimenti nel bresciano, dove "Mariani spa" avrebbe già da tempo trovato appoggio e apertura.

Da qui l’inderogabilità del progetto di ampliamento, volto a favorire lo sviluppo dell’azienda e di conseguenza a consolidare sia le prospettive occupazionali che quelle economiche della valle, che prevedeva la creazione di nuove cubature su di un terreno di proprietà, adibito a parcheggio provvisorio, situato di fronte allo stabilimento già esistente ma ridosso della statale 240 e nei pressi sia di altri poli produttivi sia di alcuni edifici residenziali. Un’operazione che ancora ad inizio anno aveva visto la vecchia amministrazione comunale decidere a favore di una deroga urbanistica e dare così il via libera - con l’appoggio dell’assessore allo sviluppo della Provincia Alessandro Olivi - alla concessione edilizia. Contro la quale il 17 aprile scorso era stato però presentato ricorso al Tar da parte di cittadini residenti a ridosso della particella fondiaria sulla quale avrebbe dovuto sorgere il magazzino.

Ad essere messo sotto accusa non era stato il progetto di sviluppo, che prevedeva tra l’altro l’assunzione di circa una ventina di nuovi operai, bensì la scelta del luogo. Una collocazione giudicata inappropriata e pericolosa, e riconosciuta tale dal tribunale, che ad inizio maggio aveva accolto il ricorso e bloccato l’ampliamento, nel frattempo già avviato. Una questione delicata, ora in fase di stallo, che vede ancora oggi contrapposte tra loro le priorità occupazionali ed economiche, da un lato, e quelle della sicurezza ambientale e logistica, dall’altro.

"Una questione che va risolta - aveva detto all’indomani della sua elezione il nuovo sindaco di Ledro Renato Girardi - considerato che l’azienda è una realtà produttiva solida, importante per la valle, che sta lavorando a pieno ritmo ed effettuando assunzioni: è prioritario trovare una soluzione". Domani toccherà quindi al primo cittadino tornare a dare - in un verso ma anche nell’altro - delle garanzie.

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