Isolotto del Sarca, difficile condanna
La decisione di togliere di mezzo lo splendido isolotto di ghiaia che si è formato alla foce del fiume Sarca, immissario del lago di Garda, sta facendo discutere animatamente gli abitanti di Torbole ma anche gli aficionados, i bagnanti delle spiagge altogardesane, e pure i lettori de L’Adige online.
Moltissime le voci contrarie, non molte quelle favorevoli. Queste ultime, tra le quali va contata quella del sindaco Gianni Morandi, fanno leva sulle questioni di sicurezza. Proprio la foce del fiume infatti fu teatro nel 2012 della morte di un giovane veronese annegato mentre cercava di salvare la fidanzata. Nonostante il divieto di raggiungerlo, decine di bagnanti ogni giorno ne fanno uso.
«È soprattutto una questione di sicurezza. Purtroppo, malgrado i divieti - spiega Lorenzo Malpaga, direttore dell’ufficio di Zona 1, Sarca e Chiese, dei Bacini Montani - la gente non rispetta le disposizioni. E vorrei ricordare che l’ex sindaco Luca Civettini, assieme al funzionario comunale Zolin, è indagato per la morte del veronese. Si tratta quindi di responsabilità precise che riguardano soprattutto il primo cittadino. Il Sarca e il Garda sono demanio idrico per cui la competenza è della Provincia che la esercita attraverso i Bacini montani. Ovvio che noi non facciamo di testa nostra: le decisioni sono condivise, in primo luogo con i sindaci. E Morandi vuole risolvere il problema della sicurezza; per cui abbiamo organizzato un’asta tra ditte che lavorano con inerti. Sarà a costo zero perché il materiale raccolto ha un valore commerciale».
La decisione dunque è presa: in ottobre l’isola verrà dragata, circa 15 mila metri cubi di ghiaione scompariranno. Sarà ovviamente una scomparsa momentanea: l’isolotto ricomparirà nuovamente tra qualche anno, visto che il corso del Sarca con la sua foce che sarebbe a delta e non a estuario, continuerà a portare e accumulare sedimenti come sempre. Nei decenni passati solo l’opera di dragatura del ghiaione sommerso per uso commerciale aveva impedito il formarsi dell’isola negli anni del Dopoguerra fino a fine secolo. Che il Sarca per natura sia portato ad avere un delta ramificato lo testimoniano anche numerose foto storiche. «È vero - osserva Malpaga - il Sarca è stato artificializzato a fine Ottocento e poi con le opere idroelettriche; e all’epoca venne bonificata la piana a Torbole. Ora il fiume è un canale artificiale ma è anche chiaro che magari nel giro di 50 anni si creerebbe una bella isola alla foce».
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Negli anni ‘70 i ragazzini di Torbole giocavano sulla vecchia Calipso, un battello-draga abbandonato nella baia Azzurra, dove peraltro sfociava un ramale minore del Sarca; un altro ramale arrivava al porto al Cor. E il nome «Al Cor» non è per «il cuore» ma era per «el cor de le rane». Tutto dimostra che senza artificializzazione il Sarca formerebbe un delta
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Sindaco, perché eliminare l’isolotto?
«Chi argomenta per il no, lo fa solo perché si è appassionato in questi anni, ma l’isolotto non c’è mai stato».
A dire il vero in passato la foce veniva dragata a fini commerciali, altrimenti il corso naturale del fiume, e la dimostrazione è l’isola, porterebbe alla creazione di un bel delta ramificato.
«Non credo si possa creare un delta; l’isola non avrà la capacità di resistere alle piene».
Ma in realtà...
«La questione è che la manutenzione va fatta, per un deflusso regolare delle acque senza ostacoli. Ora c’è pericolo per la balneazione: si formano correnti ai lati dell’isola e la gente non ne avverte il pericolo. Ci sono sempre quattro incoscienti, compresi genitori e bambini, che se ne infischiano dei divieti».
Ma se dovessimo chiudere tutte le spiagge dove c’è stato un annegato, si dovrebbe estendere il divieto su tutto il lago di Garda.
«Un conto sono le congestioni e i malori un’altra una corrente pericolosa. Soprattutto se non hai la percezione del rischio. Ora tutti parlano a torto o a ragione ma se succede qualcosa tutti sono pronti a puntare il dito...».
Nel dibattito a questo punto ci starebbe anche un’altra ipotesi sia pur fantasiosa. Una passerella removibile per raggiungere l’isolotto senza nuotare nella corrente. Da togliere quando il lago risale, mantenendo i divieti.