Cinghiali a Tremalzo, devastazione continua
Non cessa l'attività di devastazione dei cinghiali nella conca di Tremalzo. Nonostante la presenza di residenti e turisti durante i mesi estivi, sia nelle strutture abitative che lungo i sentieri e le aree in quota, i suidi hanno continuato indisturbati nella loro opera di sfregio in uno dei siti più importanti dell'arco alpino, riconosciuto dall'Unesco «Biosfera» dell'umanità.
Opera che in questi mesi si è più volte palesata non solo nei prati più lontani dalla frequentazione dell'uomo ma anche in quelli vicini alle attività di ristoro, ai parcheggi, alla strada, ribaltando - nel giro di una sola notte - le aree erbose nei pressi del rifugio Garda. L'ultimo raid solo un paio di notti fa. Una devastazione che a distanza di alcuni anni dal suo inizio non trova ancora oggi una fine e che ciclicamente torna a colpire laddove gli endemismi, le peculiarità floro-faunistiche, le nicchie botaniche sono più delicate, rare, se non addirittura uniche al mondo.
I cinghiali sono infatti animali molto prolifici, dalle abitudini crepuscolari e notturne, onnivori che per cercare cibo (radici, tuberi, ghiande, frutti, funghi, bacche, ma anche uova di uccello e piccoli mammiferi presenti nei nidi al suolo) scavano il terreno con il grugno, devastandolo, indifferenti al tesoro ecologico presente a Tremalzo, alla sua valenza ed importanza. E se da un lato il lavoro di contenimento messo in atto già a partire dal 2012 dall'Ufficio faunistico della Provincia con le associazioni cacciatori, porta ogni anno alla soppressione di un paio di decine di esemplari in quest'angolo di Trentino, dall'altro è oggi più evidente che mai come le limitazioni imposte dalla normativa a questo genere di attività non consentano di fronteggiare adeguatamente la proliferazione delle bestie e di riequilibrare il sistema.