Dal pezzo di carrozzeria risalgono all'«auto pirata»

Una signora denunciata per omesso soccorso

di Paolo Liserre

Non siamo sul palcoscenico di «Csi» o di qualche altra serie cult del genere poliziesco-investigativo. Più semplicemente si tratta di un'indagine, effettuata con pazienza, scrupolo e attenzione da parte degli agenti della Polizia Locale Alto Garda e Ledro che nel giro di un paio di settimane ha consentito di individuare e denunciare una signora rivana di 65 anni che il 25 marzo scorso investì un motociclista a S. Alessandro per poi scappare senza prestare soccorso.

Quel giorno la donna stava uscendo proprio da casa sua al volante di un'auto che però sua non era. E non si era accorta del sopraggiungere di una moto in sella alla quale si trovava Lorenzo Bonisolli, 19 anni, anche lui di Riva, sbalzato a terra e ferito, con una prognosi di una ventina di giorni. Al fatto assistette un testimone che vide chiaramente l'auto fuggire. In un primo momento si parlò di un modello Opel, poi lo stesso Bonisolli disse che poteva trattarsi di una Mercedes Classe A.

Sul posto comunque gli agenti della Polizia Locale riuscirono a recuperare un pezzo di carrozzeria dell'«auto pirata», considerato che nell'impatto la moto di Bonisolli aveva praticamente fatto tutta la fiancata dell'auto. Un pezzettino di carrozzeria apparentemente insignificante, comunque l'unico elemento oggettivamente utile alle indagini. Con pazienza gli agenti hanno setacciato diverse carrozzerie della zona per capire a quale auto potesse corrispondere quel frammento di colore grigio. C'è voluto tempo ma alla fine, almeno in questo caso, pazienza e applicazione sono state premiate. Alla concessionaria Manco della Renault hanno avuto il sospetto che quel pezzo di carrozzeria potesse corrispondere ad un'auto della casa francese. E i successivi accertamenti hanno confermato che era proprio così e che si trattava nello specifico di una Renault Clio. 

Fatto questo primo ed essenziale passo avanti, gli agenti della Polizia Locale hanno avviato ulteriori accertamenti, anche incrociando alcuni dati. E sono riusciti a risalire al proprietario dell'auto e da qui alla signora che quel pomeriggio di Venerdì Santo guidava il mezzo che investì il ragazzo rivano. La donna ha ammesso di essere stata lei e ha detto di essere scappata perché in preda al panico. Agli agenti ha detto anche che era sua intenzione presentarsi e costituirsi, ammettendo di aver sbagliato. Sta di fatto che nel frattempo è passata quasi una settimana e che in questo lasso di tempo la signora aveva prenotato un appuntamento in carrozzeria per far mettere a posto la Clio. A Verona però.

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