Dro e Drena, polemiche sulla fusione fallita
Fa ancora discutere la mancata fusione tra i comuni di Dro e Drena ed il mancato raggiungimento del quorum nel referendum popolare che avrebbe dovuto avviare l’iter di fusione tra le due amministrazioni del Basso Sarca (a Dro mancarono circa 150 voti per raggiungere il 40% dei votanti).
A oltre due mesi dalla data del referendum (tenuto domenica 22 maggio) il tema è tornato venerdì sera all’attenzione del consiglio comunale di Dro, con il sindaco-senatore Vittorio Fravezzi chiamato a rispondere ad un’interrogazione della Lega Nord e a un’interpellanza del movimento Cinque Stelle lette da Fiorenzo Trenti e Alvaro Tavernini.
Al centro delle domande i tempi, i costi e le spese sostenute per il referendum e la relativa cartellonistica (in gran parte coperti da trasferimenti provinciali e regionali), ma anche le «responsabilità di sindaco ed amministratori nel non coinvolgere adeguatamente» la popolazione residente.
«Nonostante l’approvazione unanime del consiglio comunale sulle linee d’indirizzo è mancato il coinvolgimento delle minoranze e dell’intera cittadinanza - ha spiegato il “grillino” Alvaro Tavernini - in più occasioni abbiamo ribadito l’importanza del coinvolgimento partecipativo della comunità nella scelta della fusione.
Nel Comune di Drena la gestione partecipativa ha sortito i risultati auspicati, mentre a Dro è stato perso un contributo futuro di oltre 1,5 milioni di euro».
Accuse in gran parte rigettate dal sindaco Fravezzi che, nel ricordare le condizioni particolari dello svolgimento del referendum (giornata primaverile, orari limitati, novità dei temi) ha voluto ricordare come prosegua il dialogo con Drena.
«Siamo nello stesso ambito istituzionale fissato dalla Provincia ed entro fine anno partiranno le gestioni associate obbligatorie (durata 10 anni) - ha spiegato Fravezzi - il dialogo tra i due comuni non si è mai interrotto, e già ora condividiamo la figura del segretario, l’ufficio anagrafe e tecnico. Dovremmo adeguarci al piano di miglioramento, ma Drena potrà contare sui nostri uffici comunali. Non è credibile né consentito dall’assetto istituzionale provinciale un apparentamento con altri comuni, mentre abbiamo tutto il tempo per ripensare e riavviare un iter di fusione».
Il consiglio comunale ha quindi approvato una variante di 35 mila euro per interventi alle strutture e arredi delle Elementari di Pietramurata e della scuola materna di Dro, avviando alcune migliorie alla rete idrica. Approvato all’unanimità anche le modifiche al regolamento di concessione.