Dro e Ceniga, Romano Turrini fa il giro delle cinque chiese
Un’antica mappa di Dro e Ceniga con cinque storiche chiese. Questa la copertina del nuovo libro dello storico arcense Romano Turrini dal titolo «Dro e Ceniga: cinque chiese una comunità» che ripercorre storia, arte e tradizioni delle parrocchiali di Dro (dedicata all’Immacolata), di Ceniga (ai SS. Pietro e Paolo), e della chiese di S. Antonio, S. Sisinio e S. Abbondio ad Oltra.
La presentazione del volume, promosso dal «Circolo Culturale Amici dell’Oratorio» con parrocchia di Dro-Ceniga, amministrazione comunale e Cassa Rurale Alto Garda, ha aperto giovedì sera nella chiesa di S. Sisino gli eventi previsti nel week-end nella comunità droata per la 25ª edizione del «Voto di Sant’Abbondio o dei 12 Sabati».
Dopo il saluto della presidente del Circolo Oratorio Lucia Michelotti, dell’assessora comunale alla cultura Marina Malacarne e del parroco don Stefano Anzelini è stato Romano Turrini ad illustrare il volume (oltre 250 pagine e tante foto storiche), ed i passi per la sua realizzazione (grazie anche al lavoro grafico di Sebastiano Matteotti e alla memoria storica di Remigio Flessati).
«Il filo conduttore del volume è l’impegno ed i sacrifici dell’intera comunità civile e religiosa nel realizzare in epoche e stili diversi queste chiese, testimonianze di fede, storia e crescita sociale - ha spiegato Romano Turrini ricordando il sostegno di don Luigi Amistadi, già parroco di Dro e Arco - ho raccolto gli aspetti storici e le caratteristiche degli edifici storici, ma anche i riti, le reliquie le tradizioni (tra storia e narrazione popolare) che le hanno sempre accompagnate».
Un libro voluto da tempo dal Circolo Oratorio Dro, che conclude i vari lavori di restauro avviati, ha ricordato il parroco don Stefano Anzelini, ancora nel 1994 nella chiesetta di S. Abbondio e che a maggio 2017 hanno portato alla riapertura della storica chiesa di S. Sisinio (altri lavori sono previsti sulla copertura della parrocchiale dell’Immacolata).
«La chiesa di S. Sisino (risalente al XII secolo e riedificata tre volte) è uno scrigno di storia e antiche testimonianze - ha ricordato Turrini - la cappella di S Abbondio è un piccolo eremo, e la chiesa di S. Antonio è vissuta come un prezioso santuario (conserva un quadro ritenuto miracoloso), mentre le parrocchiali di Dro e Ceniga conservano caratteristiche e opere preziose, che è possibile riscoprire sfogliando il libro “ad futuram rei memoriam” come dice il suo sottotitolo».