Canale, le ex scuole saranno abbattute
Chiunque sia stato una volta a Canale di Tenno, oltre ad ammirare la bellezza delle sue architetture e l’originalità del suo sviluppo urbanistico (iniziato nel Duecento) avrà storto almeno per un attimo il naso vedendo proprio ai piedi di uno dei borghi più belli d’Italia l’edificio grigio e anonimo dell’ex scuole.
Un tempo ogni frazione della valle tennese aveva il suo presidio scolastico. Poi le scuole sono state accentrate a Tenno capoluogo e gli edifici rimasti vuoti hanno avuto sorti diverse.
Quello di Cologna, ad esempio, è divenuto fulcro delle attività sociali e culturali della frazione. Mentre quelle di Canale, a parte qualche sporadico utilizzo, sono rimaste lì a rovinare il contesto paesaggistico altrimenti straordinario del borgo.
Con una decisione certamente coraggiosa - perché fino a qualche tempo da demolire era verbo poco popolare soprattutto nelle nostre valli - il sindaco reggente Giuliano Marocchi ha optato per l’abbattimento dell’edificio che sarà raso al suolo per ricavarne qualche parcheggio in più (disperatamente utile al borgo) e servizi igienici pubblici altrettanto necessari di fronte alle comitive da cento turisti al colpo che arrivano a Canale con gli autobus e non solo. Il tutto in un’operazione che oltre ad eliminare una bruttura, non fa perdere alcun valore al patrimonio comunale ed evita qualcunque forma di speculazione alle porte del borgo.
«Abbiamo dato un incarico tecnico per studiare la demolizione dell’immobile - spiega il sindaco reggente che è anche assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici - le ex scuole di Ville sono di fatto abbandonate da più di 50 anni e al loro posto realizzeremo parcheggi a servizio del borgo, uno spazio-deposito a servizio di Casartisti e dei servizi igienici pubblici a servizio della frazione ormai frequentata meta turistica. Il tutto senza ulteriori impatti urbanistici, riducento le volumetrie a impatto zero».
La scelta di Marocchi si inserisce nel solco segnato dalla nuova legge urbanistica dell’assessore Daldoss (con il quale non sono mancati ripetuti confronti proprio sulle ex scuole) che permette la demolizione degli edifici che sono “poco compatibili” con il resto del territorio, preservando i metri cubi esistenti, che non vanno persi, iscrivendoli comunque a patrimonio comunale conservando lo stesso valore per il Comune.
«Canale e Calvola - continua Marocchi - hanno assoluto bisogno, per continuare a mantenere il livello di crescita di adeguare e ampliare i servizi offerti, di uno spazio strategico e funzionale. A volte occorre anche il coraggio di fare delle scelte urbanistiche che non vadano solo ad incrementare i volumi ma anche a razionalizzare o ridurre gli esistenti, per creare vivibilità e ridare spazi aperti ai territori».