Lenzumo, l'ex segheria diventerà un albergo
Da segheria a struttura alberghiera, da scuola a residenza privata. Sono le modifiche di destinazione d’uso decise dal consiglio comunale di Ledro, che lunedì sera ha approvato - con 14 voti favorevoli su 16 presenti (astenuti Maurizio Mazzola e Anna Fedrigotti) - l’adozione preliminare della prima variante al Piano regolatore generale unico, adeguando così il documento alle nuove norme di attuazione provinciali.
Tra i punti principali oggetto della variante, il recupero e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, che conta oggi circa 200 strutture di proprietà sparse in tutti i paesi, con alcuni cambi di destinazione d’uso, per renderle così appetibili in vista della loro immissione sul mercato. A cominciare dalla ex sega di Lenzumo, un fabbricato che fino ad un ventennio fa aveva garantito lavoro ad alcuni operai ma che poi, con l’avvento dell’Unione di Valle e il Comune Unico, era stato progressivamente abbandonato. «Il vecchio fabbricato situato sulla strada provinciale che conduce in località Faggio, destinato un tempo a segheria, fa parte del patrimonio comunale di Ledro - ha spiegato l’assessore all’urbanistica Roberto Sartori - purtroppo, come altri edifici di proprietà pubblica, pur essendo ormai da tempo inutilizzato, grava sul bilancio per via dei costi di manutenzione. Dato che l’amministrazione non è più in grado di gestire tutto il proprio patrimonio abbiamo deciso di porre in vendita alcuni immobili ma per poterlo fare e attirare l’interesse dei privati abbiamo dovuto adottare dei cambi di destinazione. Che per il compendio della ex segheria di Lenzumo, formato da un edificio principale di 1.200 metri cubi (ampliabile) e da pertinenze non soggette a vincoli di uso civico, per una superficie totale pare a 2.827 metri quadrati, si traduce nel passaggio ad un uso finalizzato all’ospitalità alberghiera».
Operazione analoga per altri due immobili della bassa valle. «Nell’ambito del progetto di revisione delle previsioni urbanistiche e di valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale abbiamo preso in considerazione anche gli stabili della ex scuola di Biacesa e del vecchio municipio di Molina - continua Sartori - questi edifici, inseriti nei centri storici dei rispettivi paesi, non hanno infatti più un interesse di utilizzo pubblico e visto che come la ex sega di Lenzumo non sono gravati da vincoli di uso civico abbiamo previsto la loro alienazione. Per renderli appetibili sul mercato immobiliare - conclude - abbiamo dunque adottato la trasformazione d’uso, stralciando la primitiva destinazione di entrambi ad un utilizzo civile-amministrativo e modificandola in residenziale privata».