I problemi della ripartenza: mancano gli stagionali all'80% di bar e ristoranti
L'allarme di Paolo Turrini, presidente degli esercenti. Anche in val di Ledro ristoratori e altri commercianti lamentano la mancanza di personale. Dai sindacati la richiesta di retribuzioni più alte e di condizioni di lavoro migliori e un contratto territoriale come quello dell'Alto Adige
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TRENTO. Inizia la stagione turistica nell'Alto Garda e Ledro, in ritardo per via dei divieti anti pandemia, e i ristoratori ed esercenti lamentano la mancanza di personale.
Si fa portavoce del problema il presidente di categoria, Paolo Turrini, che si stupisce del tasso di disoccupazione in aumento a fronte della mancanza di lavoratrici e lavoratori.
Visione diversa quella dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che chiedono paghe e condizioni di lavoro migliori e un contratto territoriale come quello dell'Alto Adige.
«Sicuramente stiamo uscendo da un periodo che considerare disastroso, per molti, non è esagerato. Le aziende - dice Paolo Turrini - soprattutto quelle legate al turismo e di conseguenza non solo quelle che si occupano di ristorazione e bar, ma anche quelle che fanno parte di tutta la filiera, cominciano anche se molto lentamente solo oggi a vedere un barlume di speranza per il proprio futuro. Rimango sconcertato, però - e qui Turrini giunge al punto - nel leggere quotidianamente, dichiarazioni di grande preoccupazione per il tasso di disoccupazione che anche nel nostro territorio aumenta inesorabilmente e a oggi si aggira attorno al 24% per gli stagionali (Adige del 28.05.2021).
È certo che anche il personale dipendente, sia esso stagionale o annuale, ha subito come le nostre aziende un contraccolpo incredibile nell'ultimo anno, ma lo sconcerto che come categoria ci assale, sta nel fatto che da alcune settimane l'80% delle aziende circa è alla ricerca di personale.
E non lo trova! Da alcune settimane, in previsione dell'auspicata ripartenza del settore, le attività economiche dell'ambito turistico si sono mosse per essere pronte per l'inizio di questa nuova e speriamo florida stagione. Ora, se da una parte la disoccupazione continua a salire, procurando difficoltà enormi alle famiglie, mentre dall'altra parte le aziende sono disperate nel cercare personale, la domanda nasce spontanea: dove sta l'inghippo? Dove si sta sbagliando?
Chi deve trovare le soluzioni perché la domanda e l'offerta si possano incontrare e di conseguenza vadano a colmare i bisogni di entrambe le parti? Chiediamo alla politica, a chi gestisce i centri per l' impiego, a chi si occupa di formazione, a chi si propone per aiutare in maniera adeguata le famiglie in difficoltà di ragionare tutti assieme perché questa spirale venga tamponata nel miglior modo possibile e in maniera adeguata per chi cerca e per chi offre lavoro». «Se non trovano lavoratori è perché non pagano abbastanza. Perché l'Alto Adige non ha i problemi del Trentino? - chiede Paola Bassetti, sindacalista della Filcams - Lì hanno trovato 20 mila stagionali.
Ma a Bolzano hanno anche accettato un contratto provinciale che garantisce in media 100 euro al mese in più e l'8% come indennità stagionale. Da anni chiediamo di aprire una contrattazione territoriale anche in Trentino. Da anni i datori di lavoro ci hanno sempre detto che non era il momento. Anche dopo gli anni record. Ora i nodi sono giunti al pettine. Quindi la proposta che faccio: firmiamo anche in Trentino il contratto dell'Alto Adige».
E poi Bassetti spiega la situazione drammatica degli stagionali: «Con i sussidi e i bonus provinciali non si sopravvive: molti hanno cambiato settore, sono finiti nel manifatturiero che ha paghe sicure; molti stranierei se ne sono tornati a casa perché non riuscivano a pagare l'affitto. È una perdita immensa di professionalità, è un danno enorme per tutti. Turrini venga da me, gli faccio vedere i contratti che propongono certi suoi colleghi ai lavoratori; ragioniamo sulle condizioni di lavoro Gli albergatori e ristoratori che pagano, non hanno dipendenti che scappano. La tutela dei lavoratori porta beneficio a tutti. Il sistema va rivisto totalmente».
E Bassetti, nel cui ristorante «i dipendenti hanno il cartellino da timbrare per segnare le ore» concorda: «Si deve trovare una soluzione tutti assieme. Anche a me non sta bene la concorrenza sleale di qualcuno che stringe sulle paghe. Ma il problema reale è il costo del lavoro. I contributi che noi paghiamo per i lavoratori dovrebbero perlomeno per la metà andare in busta paga».