Marmolada, raccolti 12 quintali di rifiuti
Dodici quintali di rifiuti.
È questa l’entità del «bottino» messo nei sacchi sabato mattina da Mountain Wilderness durante la prima operazione di pulizia del ghiacciaio della Marmolada, provato da uno scioglimento particolarmente marcato nell’ultimo anno, che ha fatto affiorare un’estesa coltre di reperti che nulla (se si esclude forse qualche residuato bellico) hanno a che fare con un sito tutelato dall’Unesco e una montagna di cui, sia pure con sensibilità diverse, si tenta il rilancio in chiave turistica e ambientale.
«Nonostante previsioni meteorologiche del tutto inclementi, la prima parte della giornata ha permesso ai volontari di svolgere un grande lavoro nella raccolta dei rifiuti nei pressi del rifugio Pian dei Fiacconi», riassume Luigi Casanova di MW.
Una ventina di persone in tutto tra soci e dirigenti di Mountain Wilderness, guide alpine dell’Alta valle di Fassa e il gestore del rifugio Guido Trevisan, hanno raccolto oltre 12 quintali di rifiuti da destinare a discarica: ad essere recuperate sono state per lo più batterie, bottiglie, scatolette risalenti ad anni in cui serviva ancora l’apriscatole, eccetera.
Dopo la pulizia, i volontari sono stati ricevuti dal sindaco di Canazei Silvano Parmesani, che li ha ringraziati per l’impegno e l’avvio di una collaborazione che deve riportare la Marmolada agli splendori del passato, anche su altri temi. Ad esempio, come ha ricordato Luigi Casanova, nella progettazione di un Ecomuseo della Marmolada: e Mountain Wilderness ha confermato l’avvio di un percorso collaborativo più ampio anche nella regolamentazione del traffico sui passi dolomitici, avviata in estate con l’esperimento di Passo Sella. Una svolta, se si vuole, nei rapporti tra il Comune di Canazei e l’associazione ambientalista, per anni contrapposti su molte scelte.
Dopo l’intervento di sabato, dovrebbe iniziare ora il lavoro più complesso condotto dagli operatori dei Bacini Montani, e promosso in collaborazione tra la Provincia e il Comune di Canazei. In questo caso, a operare sul ghiacciaio sarà solo personale autorizzato ma Parmesani, dialogando con il vicepresidente di MW Giancarlo Gazzola, ha detto che se ci sarà bisogno di un maggior numero di operatori, chiamerà i volontari dell’associazione che già più volte, in passato, ha operato nella zona ripulendola.
Ma se lo scopo di queste operazioni è quello di ridare decoro alla Marmolada, nel pomeriggio di sabato - durante il convegno organizzato al Rifugio Castiglioni «Marmolada: quale sorte per il ghiacciaio» - l’approfondimento scientifico sul ritiro del fronte bianco ha lasciato poche speranze sull’inversione di un trend climatico che sta prosciugando millenarie riserve di acqua dolce e cambiando il volto dell’area alpina.