L'opposizione alla diga sul Vanoi, il ministero invia i documenti alla Provincia di Belluno che ha chiesto l'accesso agli atti
L'ente locale dolomitico dice no, così come i comuni interessati (trentini e bellunesi), al progetto sostenuto dalla giunta regionale veneta per l'uso a fini irrigui in pianura dell'acqua delle montagne. In precedenza Roma aveva negato alla Provincia di Trento la medesima documentazione sul piano in questione, che è del Consorzio di bonifica Brenta (Padova)
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BELLUNO. Già mesi fa la Provincia di Belluno aveva espresso la propria contrarietà a un progetto della Regione Veneto che preoccupa molto anche i comuni trentini. Si tratta del controverso e contestato piano avanzato dal Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Padova) e supportato dalla giunta veneziana di Luca Zaia per costruire una diga sul torrente Vanoi, in territorio bellunese (il muro da 116 metri verrebbe costruito nel comune di Lamon) ma con ricadute dirette anche in Trentino, nei comuni di Canal San Bovo e di Cinte Tesino.
Dai municipi interessati, trentini e bellunesi, è arrivato fin da subito un chiaro no, dalla Provincia di Trento rassicurazioni circa l'impossibilità per il Veneto di procedere unilateralmente. E dalla Provincia di Belluno era arrivata la contrarietà netta a un'iniziativa che rappresenta un nuovo caso di risorse della montagna a beneficio dei territori di pianura. L’ordine del giorno di contrarietà alla diga era stato approvato nell’ottobre 2023.
«La soluzione alla siccità non è il grande invaso, posto che il territorio bellunese ha dato e sta continuando a dare fin troppo in termini di bacini artificiali. Piuttosto bisogna considerare l’ipotesi di una serie di piccoli invasi, in zone che presentano minori profili di rischio. La questione è prettamente politica e programmatoria in quanto non dovremmo nemmeno pensare di spendere risorse pubbliche, anche solo per lo studio e la progettazione, di opere come quella del Vanoi», aveva sottolineato nel settembre scorso il consigliere provinciale all'epoca delegato all’ambiente, Simone Deola.
Successivamente, la Provincia di Belluno aveva chiesto di poter esaminare nel dettaglio il progetto veneto di diga sul Vanoi. E ora ha ricevuto il via libera del ministero dell’agricoltura: giovedì 28 marzo la documentazione è arrivata negli uffici di palazzo Piloni.
Soddisfatto lo stesso Simone Deola: «In questo modo sarà possibile studiare attentamente la proposta presentata dal Consorzio di bonifica Brenta per la realizzazione del bacino artificiale sul Vanoi. La mole di dati è notevole e sarà analizzata in dettaglio nelle prossime settimane, ma fin da subito va sottolineata l’importanza della notizia, dato che la Provincia autonoma di Trento aveva ricevuto il diniego sulla medesima richiesta di accesso agli atti: stavolta invece il ministero ha rigettato l’opposizione presentata dal Consorzio Brenta che riteneva la nostra istanza non accoglibile.
«Ferma restando la necessità di ribadire la presa di posizione da parte del nuovo consiglio provinciale, questi dati saranno studiati ed esaminati e potranno essere uno strumento fondamentale per rafforzare la posizione di contrasto alla realizzazione di quest’opera», sottolinea Deola.
Un no netto dal Bellunese confermato ieri dal presidente Roberto Padrin: «La contrarietà della Provincia è stata espressa nei mesi scorsi e da quel punto non si torna indietro, come ho già avuto modo di dire durante il consiglio provinciale di insediamento di martedì scorso. «L’accesso agli atti è comunque un ottimo primo passo avanti per avere maggiore chiarezza sull’intera questione Vanoi».
Il sindaco di Lamon, Loris Maccagnan, ringrazia per l'impegno la Provincia di Belluno e sottolinea che si tratta di una «questione delicatissima, che preoccupa molto le comunità, sia quelle di qua sia quelle di là dal confine».
La Provincia di Belluno, osserva ancora il sindaco del Paese al confine con il Trentino, «ha saputo essere garante delle esigenze della montagna nel conoscere e approfondire le tematiche che riguardano il territorio».