Fassa, gatta avvelenata, il veterinario la salva

La proprietaria aveva visto cadere a terra l'animaletto

di Federica Giobbe

Si torna a parlare di avvelenamenti e stavolta, a rimetterci quasi la vita è stata una giovane gattina di Pozza di Fassa. La segnalazione è partita dall'Ambulatorio veterinario di Moena «l'Arca» dove la proprietaria, sabato 27 giugno, dopo aver visto cadere a terra l'animale sbavando e tremando, si è recata per i primi soccorsi. «La gatta è arrivata nel nostro centro in condizioni critiche» ha raccontato la dottoressa Francesca Povolo «così siamo intervenuti anestetizzandola e facendo una lavanda gastrica ed un clistere per eliminare tutti i possibili tossici ingeriti. Abbiamo inviato il materiale organico all'Istituto Zooprofilattico del Veneto dove hanno già confermato il sospetto di avvelenamento. Bisogna comunque attendere 21 giorni per avere la conferma e sapere se anche in questo caso di tratta di un potente pesticida».

Ritorna quindi l'incubo delle esche avvelenate. Gli ultimi casi risalgono a gennaio: un giovane setter inglese di nome Kira, nel giro di pochi minuti era spirato sotto gli occhi attoniti dei proprietari, ed era stato accertato l'avvelenamento di Jago, un labrador che se l'era vista brutta per lo stesso motivo. I due animali avevano inghiottito un boccone trattato con un pesticida carbammato, l'Aldicarb, bandito da decenni in Italia per la sua pericolosità anche per gli esseri umani e la falda acquifera. Le esche sono state tutte trovate nella stessa area: dopo strada de Fraine, una via nel bosco che conduce all'antico Bagno di Pozza, una strada battuta che si estende per un chilometro è stata attrezzata dal Comune di sacchetti e contenitori per deiezioni canine, proprio perché molto frequentata da padroni e cani. Avvisato, il sindaco Giulio Florian ha già segnalato la questione ai Forestali di zona e ha provveduto per una nuova istanza di controllo dell'area.

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