Serrata in Marmolada, Casanova contesta i rifugisti
Gli ambientalisti di Mountain Wilderness salgono alla Fedaia - domani e lunedì - per protestare contro l’ipotesi di nuovi impianti. I rifugisti della zona rispondono con una «serrata»: porte sbarrate ovunque. Ma non manca la controreplica.
«Abbiamo letto le motivazioni della serrata - dice Luigi Casanova, già portavoce di Mountain Wilderness - e da questi rifugisti non accettiamo alcuna lezione. Vorrei ricordare cosa era la Marmolada negli anni Ottanta e Novanta: rifiuti ovunque, elicotteri senza freni e il ghiacciaio ridotto a una discarica. Questi rifugisti che attaccano l’Unesco e si prendono oggi il merito di aver “conservato l’ambiente” non hanno mosso un dito, nè speso mai una parola a quei tempi, quando il degrado era davanti ai loro occhi. Hanno salvaguardato la Marmolada e le Dolomiti? Ma se la Marmolada risulta essere uno dei luoghi più degradati dell’arco alpino!».
Per Casanova «quello che ci arriva in eredità da questi custodi sono plinti di cemento, parcheggi, rifugi allo sbando. Ricordo che nel 2006 -2007 la Provincia di Trento presentò un grande piano di rilancio che prevedeva piste ciclabili e riqualificazione ecologica dei rifugi, una cosa da 50 milioni di euro e loro (insieme al Comune di Canazei) dissero di no. Hanno perso una grande occasione allora, e oggi si ergono a paladini dell’ambiente. Incredibile. La loro reazione è di una povertà e di una fragilità assoluta».
Ovviamente Casanova replica anche sul famoso «patto col diavolo», cioè l’accordo fra Mountain Wilderness e l’impiantista Vascellari, che gli viene rinfacciato senza giri di parole. «Ebbene noi di Mountain Wilderness siamo gli unici che hanno citato in Tribunale Vascellari per ben tre volte, vincendo tutte e tre le cause, mentre loro non hanno mai osato alzare la voce. Vascellari ha ben compreso che dopo tre sentenze occorreva cambiare registro e in modo intelligente ha cercato una mediazione, con un accordo che fra le altre cose prevede anche la bonifica e pulizia di Passo Fedaia. È una riconversione culturale - spiega Casanova - della quale una associazione ambientalista non può che essere contenta. Ma non siamo i sevri di nessuno: chiediamo ora e sempre una Marmolada libera da impianti e tempio dello scialpinismo ed escursionismo. È questo che andremo a ribadire nell’incontro di domenica e lunedì».