Berti sempre grave: in coma indotto per le forti ustioni
Il 46enne di Cavalese che nel pomeriggio si è visto arrivare contro la potente moto di un centauro tedesco, morto sul colpo a seguito dello scontro, è ricoverato all'ospedale di Genova
È stato indotto un coma farmacologico, dai medici del Centro ustionati dell'ospedale Gaslini di Genova, per Andrea Berti, il quarantaseienne di Cavalese che nel pomeriggio di lunedì si è visto arrivare contro la potente moto di un centauro tedesco, morto sul colpo a seguito dello scontro.
Tutto era avvenuto verso le 17.30 sulla strada di Fondovalle, fra Lago di Tesero e Panchià, con il botto tanto forte da far prendere fuoco ai due mezzi. Berti, che nulla aveva potuto fare per evitare lo scontro, era riuscito ad uscire dall'abitacolo della Fiat Sedici prima di rimanere intrappolato tra le fiamme, che lo avevano comunque lambito, negli istanti in cui cercava di salvarsi aprendo la portiera.
Proprio per questo aveva riportato ustioni la cui gravità era emersa fin da subito. Andrea Berti era cosciente quando sul posto sono arrivati i soccorritori, ma dopo il suo trasferimento all'ospedale di Cavalese, il personale medico ha disposto il trasferimento a Trento, seguito poi da quello al Centro ustioni di Genova.
Andrea Berti è molto noto in tutta la valle di Fiemme e non solo. Vive da anni a Cavalese, anche se con la famiglia è cresciuto a Castello Molina, dove il padre Girolamo negli anni Sessanta aveva rilevato una segheria, trasformandola, in anni di impegno e passione, in una delle principali realtà della lavorazione del legno presente oggi in valle. Attualmente è gestita proprio dai figli di Girolamo: Pierluigi, assieme ai tre fratelli, tra cui appunto Andrea.
Dalle ultime notizie da Genova, Berti non sarebbe in pericolo di vita ma sarebbe stato sedato per consentirgli di alleviare il dolore delle ustioni e procedere con le cure.