Punto nascite, il suo futuro a gennaio

Un solo pediatra ha risposto al bando per il punto nascite di Cavalese, numero insufficiente per riuscire a rispettare gli standard sul personale richiesti dal ministero per mantenere aperto il reparto che conta meno di 500 parti all’anno. «La situazione non è facile - spiega l’assessore provinciale alla sanità Luca Zeni (Pd) - e verso metà gennaio si farà il punto della situazione e vedremo come procedere. Dovremo prendere una decisione sul punto nascita».

Le difficoltà nascono dal fatto che il ministero ha posto dei paletti molto rigidi per permettere di mantenere aperto il punto nascita di Cavalese. Ai reparti che contano meno di 500 parti all’anno si chiede una dotazione di pediatri molto più numerosa di quella su cui oggi può fare affidamento l’ospedale di Cavalese appunto. E i bandi pubblicati negli ultimi mesi dalla Provincia non hanno attratto il numero di medici necessari per rispondere ai requisiti previsti da Roma.

«Sugli standard il ministero è stato molto chiaro - sottolinea Zeni - Si prevede di tenere aperto sotto i 500 parti ma con condizioni rigorose a partire dal personale.
Purtroppo la situazione è difficile perché il personale non c’è e non è facile spostarlo da altri ospedali. E questo non solo per questioni sindacali ma anche per questioni di condivisione della scelta da parte degli stessi pediatri».

Zeni spiega poi come per il «punto nascita sia stato fatto e si faccia tutto il possibile, non solo come Provincia e Azienda sanitaria, ma anche come comitato per il punto nascita per pubblicizzare e promuovere presso i medici e i pediatri fuori dal Trentino il punto nascita. Ma, purtroppo, anche a causa della mancanza di pediatri in generale nel resto del Paese la risposta non è stata quella sperata finora». I pediatri necessari in totale dovevano essere sei. Ma finora i posti non sono stati coperti, anche perché, secondo gli esperti del settore, il problema è che i medici non verrebbero perché ritengono che si troverebbero di fronte una bassa casistica che non permette di poter crescere sotto il profilo professionale.

Zeni non vuole sbilanciarsi sulla decisione annunciata per metà gennaio.
I ripetuti tentativi di far approdare dei pediatri all’ospedale e i criteri ministeriali molto rigorosi fanno pendere la bilancia verso una scelta negativa per il futuro del punto nascita di Cavalese.
In ogni caso, dalla Provincia si fa sapere che si valuteranno tutte le possibili strade prima di prendere una decisione definitiva.

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