Raffica di bancomat clonati a Canazei I prelievi in Indonesia Mille tessere a rischio
La banda dei bancomat è tornata: anziché fermarsi nel capoluogo, questa volta ha colpito in val di Fassa. Nel mirino dei malviventi è finito per ben due volte uno dei maggiori centri turistici invernali, Canazei. Un tentativo - fallito - si è verificato una decina di giorni fa, ma il «colpo» vero e proprio è stato nel periodo natalizio, con la clonazione di centinaia di tessere bancomat e di carte di credito. Le vittime si sono accorte della sventura solo parecchio tempo dopo, quando sono arrivate le richieste di prelievo dall'estero - in particolare dall'Indonesia - ed i loro conti si sono improvvisamente «alleggeriti». I più fortunati si sono ritrovati con poche decine di euro in meno, gli altri hanno avuto perdite fino a 800 euro.
Solamente fra i clienti della Cassa rurale Val di Fassa e Agordino sono state raccolte una trentina di denunce di clonazione di bancomat, per un totale di 10mila euro prelevati in modo fraudolento. Tenendo conto dell'«invasione» di turisti, sia italiani e stranieri, che nel periodo natalizio si trovavano a Canazei e dintorni, e dell'attività straordinaria in quei giorni di festa dello sportello Atm in cui i malviventi hanno installato il dispositivo per la clonazione, si calcolano un migliaio di operazioni a rischio ed altrettante potenziali vittime. La Cassa rurale ha precauzionalmente ritirato e subito sostituito tutte le tesserine magnetiche utilizzate dai clienti in quei giorni.
I malviventi hanno atteso più di un mese prima di utilizzare i codici, contando sul fatto che le registrazioni delle telecamere di sicurezza dei bancomat non conservino le registrazioni per più di 30 giorni. Poi hanno colpito: i dati «rubati» dalle tesserine sarebbero stati venduti a bande criminali all'estero. I prelievi sono stati effettuati in Indonesia non a caso, dato che in questo Paese vengono utilizzate tecnologie non all'avanguardia nella gestione dei sistemi informatici bancari; ad esempio, in molti sportelli automatici, per prelevare contante bastano i codici e non il microchip. Il sistema di alert di Cassa Centrale Banca è scattato non appena sono arrivate - numerose e quasi in contemporanea - le richieste di prelievo attraverso circuiti esteri orientali. Subito sono fioccate le denunce ai carabinieri di Canazei.
La banda che ha agito in val di Fassa potrebbe essere la stessa che è entrata in azione a Trento fra il 24 dicembre scorso ed il primo gennaio, nel boom dei mercatini di Natale. Attraverso operazioni fraudolente partite da Nepal e anche dall'Indonesia furono 50 i prelievi accertati dai conti correnti, con 1.200 bancomat bloccati in via preventiva. Le clonazioni, come hanno appurato gli inquirenti, avvennero in due sportelli automatici: in via Santa Croce della Cassa rurale di Trento ed in via Manci della Sparkasse Cassa di risparmio di Bolzano.
Per clonare i bancomat e le carte di credito, i malviventi utilizzano una finta tastiera da sovrapporre a quella esistente in modo da memorizzare i codici segreti digitati dai clienti; per leggere i dati delle tessere, invece, inseriscono uno skimmer (un lettore che cattura i codici della banda magnetica con una semplice «strisciata») al posto dell'antiskimmer verde presente in quasi tutti gli sportelli. Lo skimmer può arrivare ad immagazzinare nella memoria decine di bande magnetiche: attraverso il collegamento con un computer, i dati vengono scaricati e trascritti su una carta vergine con le caratteristiche di una carta di credito o bancomat.
Le bande che hanno agito a Trento e a Canazei hanno avuto l'accortezza di sistemare le apparecchiature in fasce orarie ben precise, quando la banca era chiusa ad esempio, per evitare che i dipendenti degli istituti di credito si accorgessero dei dispositivi nel corso dei quotidiani controlli agli sportelli.
A Canazei, dopo il «colpo» del periodo natalizio, i malviventi ci hanno riprovato dieci giorni fa: questa volta, però, non ci sono state vittime.
«Presso i bancomat, prima di qualsiasi prelievo, accertatevi che sullo sportello non siano state applicate apparecchiature posticce, controllando, ad esempio, la fessura ove viene inserita la carta (per l'eventuale presenza di skimmer, fili o nastro adesivo sospetto) oppure l'aderenza della tastiera al corpo dello sportello, verificando che non vi siano due tastiere sovrapposte - spiegano i carabinieri - Queste applicazioni, è bene ricordarlo, non inficiano l'operazione da svolgere. Controllate inoltre che non vi siano fori anomali all'interno dello sportello, specialmente sul lato superiore, ove potrebbero essere nascoste microtelecamere. In caso di anomalie chiamare il 112».