Blocco del Passo Sella, «un disastro» per gli esercenti E sempre più «furbetti» ignorano le limitazioni
Andy, del baretto «Tutti in Sella», allarga le braccia: «Sono le 13 e guarda qua - dice mostrandomi uno scontrino - sono arrivato al numero 18. 18 scontrini dalle 7,30 del mattino, e il locale è deserto. Un disastro, mai visto niente del genere, neanche in autunno. Se va avanti così, io torno ad Avelengo, il mio paese».
Pochi metri sotto il ragazzo che stacca i biglietti dell’unico parcheggio (privato, 5 euro) scrolla la testa: «Oggi è un deserto. Di solito facciamo 400 biglietti all’ora, oggi forse 400 in tutta la mattina. La gente ha visto a valle i cartelli con il grande disco rosso del divieto di transito, è passato il messaggio che “il passo è chiuso”, e tanti sono andati altrove».
Alla fine, parcheggio, baretto, ristorante, albergo e l’altro bar della piana del Passo sono tutti sotto una stessa gestione: quella di Alan Stuffer, che sul Passo Sella ha investito, e ne è il «padrone» commerciale. E Stuffer non si risparmia: «Questa Dolomitesvives è una porcheria, pensata male, gestita male, che manderà gli imprenditori come noi sul lastrico». E annuncia che ci sarà una protesta, con una probabile serrata di tutti gli esercizi, nei prossimi giorni.
Attacca: «Io non sono contrario, e neanche sono contro l’ambiente. Ma “dolomitesvives” è partita male. Ho incontrato i responsabili il 4 marzo scorso, mi hanno detto “guarda Alan, quest’anno non si fa niente”. Poi il 10 giugno mi comunicano che faranno un mese e mezzo di blocco con i pass. Voi potete capire che per un imprenditore che deve programmare, questa improvvisazione è un disastro».
Anche Stuffer conferma: i segnali posti sul versante della val Gardena (e in parte anche quelli trentini) recano un grande disco rosso di divieto di transito: «C’è gente che arriva lì a fa inversione di marcia, va da un’altra parte. E c’è chi non parte nemmeno perché sente dire che il Sella è chiuso». E mostra la terrazza del ristorante Resort: vuota a mezzogiorno. Indica il parcheggio: «Qui negli altri giorni abbiamo decine di moto, abbiamo puntato sui motociclisti, oggi non ne ho nemmeno uno».
Per Stuffer «io posso quantificare centomila euro di guadagni mancati al giorno - spiega - fra personale che ho assunto e devo pagare comunque e mancati incassi. Io vivo al passo, invece la Provincia ha dato in mano la regia a gente che è venuta qui qualche giorno a vedere, e decide anche la sorte di noi operatori».
Sconsolato anche Stefano Bonello dell’hotel Maria Flora, proprio sul valico: «È un disastro, peggio dell’anno scorso - dice - siamo al top della stagione e io ho la sala vuota. Oggi a pranzo ho portato fuori dalle cucine solo un panino caldo, è chiaro che così non si vive». Eppure di auto ne sono passate. «Sì - dice Bonello - ma tanti hanno proprio rinunciato a venire: vedono i cartelli con scritto “divieto di accesso”, li hanno messi persino giù in Pusteria, e il Sella si è svuotato».