Dalla Val di Fassa patrimonio dell'Unesco un appello: "Basta botti a Capodanno"
Basta fuochi d’artificio in valle di Fassa ed in tutti i territori montani rispettiamo il nostro territorio. Lo scrive Michele Anesi che da anni si batte contro l’esplosione dei botti a fine anno.
«Il messaggio che appare in tantissimi spot tv, su quotidiani locali e nazionali, su molti siti internet, striscioni pubblicitari, depliant e volantini in tutta la Val di Fassa e non solo; ma accanto ad esso, soprattutto, compare sempre il logo Unesco Patrimonio dell’Umanità. La filosofia della fondazione Unesco incoraggia la partecipazione delle popolazioni locali alla tutela del loro patrimonio culturale e naturale. Proprio la tutela naturale del nostro territorio tra pochissimi giorni verrà messa in discussione dai botti di capodanno, usanza decisamente poco montanara; ma – si sa – viviamo in una valle a vocazione turistica.
In questa occasione tre categorie saranno in allerta.
Prima di tutto medici, infermieri ed il corpo volontari di soccorso, che come ogni anno, con grande abnegazione e un po’ di rabbia per questa stupida follia che potrebbe essere risparmiata, dovranno rappezzare adulti e bambini.
Seconda categoria: gli animali, sia selvatici che domestici, vittime di questa sciocca usanza incivile. Gli animali infatti non conoscono i fuochi artificiali, non sanno cosa succede: il risultato è il panico totale! I forti rumori gettano gli animali nel terrore, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, a volte con conclusioni tragiche. Non ci rendiamo conto che il nostro territorio, fatto di montagne favolose e panorami mozzafiato, ospita tantissime specie di animali: ungulati – suddivisi in camosci, caprioli, cervi, mufloni e stambecchi – tetraoni – gallo forcello e gallo cedrone –, oltre a rapaci, volpi, scoiattoli e marmotte. Insomma, nei nostri boschi vive una fauna che raggiunge quasi i 10mila capi, ovvero una popolazione faunistica che ha lo stesso numero degli abitanti della Val di Fassa.
Terzi, ma non ultimi, i vigili del fuoco, che mai come quest’anno dovranno passare le loro nottate di fine anno con le radioline sempre accese per la paura di incendi boschivi. Ma in molti casi si tratterà, purtroppo, solo di un divieto formale dato che moltissimi non rinunceranno al proprio “botto” e sanzionarli sarà davvero complicato».
Rispettare l’uomo e l’ambiente - conclude Anesi - inizia dalle piccole cose: «per esempio evitando veri e propri atti di inciviltà come i botti di capodanno. È ora di rispettare e amare il nostro territorio, la nostra cultura, valorizzando ciò che noi ladini siamo ed abbiamo».