L'incidente all'acropark: aperta un'inchiesta I gestori si difendono: la sicurezza è garantita

La procura ha aperto un'inchiesta per fare piena luce sull'incidente avvenuto domenica poco dopo mezzogiorno al parco avventura Dolomiti Action di Campitello di Fassa.

Il fascicolo, nelle mani del pm Pasquale Profiti, è per lesioni personali colpose e già l'altro ieri i carabinieri hanno posto sotto sequestro l'area limitrofa alla teleferica che ha ceduto, facendo precipitare a terra il 43enne e il bambino di 10 anni, con il padre del piccolo che è riuscito all'ultimo a evitare la caduta a terra reggendosi ad una corda.

L'apertura di un'inchiesta è un passo necessario per compiere tutti gli accertamenti: nelle prossime ore in questo senso la procura affiderà ad un perito il compito di verificare approfonditamente che cosa possa aver portato al cendimento improvviso del sostegno.

Nel frattempo, all'ospedale Santa Chiara migliorano le condizioni di tutte le persone coinvolte nell'incidente: facevano parte di una comitiva vicentina composta da colleghi di lavoro accompagnati dalle loro famiglie in un fine settimana da trascorrere in allegria all'aria aperta in Trentino.

Il quarantatreenne, residente a Bassano, si trova ancora in osservazione breve al pronto soccorso: non ha riportato fratture ma viene monitorato per valutare l'evolversi del forte trauma cranico che ha subito finendo a terra e in seguito al quale l'uomo aveva momentaneamente perso i sensi.

Il bambino di 10 anni è affidato invece alle cure del personale del reparto di chirurgia pediatrica, ma fortunatamente entrambi, come anche il padre del piccolo che se l'è cavata con qualche botta, non sono mai stati in pericolo di vita.


 

Per alcuni percorsi indossare imbragatura e caschetto è d'obbligo, per altri si richiede solo un po' di coraggio. I parchi avventura, diciotto strutture in Trentino, sono molto apprezzati dai genitori per lo svago dei figli. Piace l'opportunità di un'esperienza che unisce gioco e scoperta della natura, tra liane e passerelle sospese.

Ma si chiede sicurezza, dopo l'incidente di domenica a Campitello, ma i gestori dei parchi assicurano: «Controlli e ispezioni vengono compiuti ogni giorno».

Le diciotto proposte riportate sulla piattaforma Visittrentino.it non sono solo per i bambini, dai tre-quattro anni in poi: alcune strutture hanno predisposto percorsi più complessi che attirano chi ha superato l'adolescenza.
Divertimento sì, assieme ad una valutazione dei possibili rischi di un'attività che richiede massima attenzione da parte di chi la pratica e da parte di chi la propone: di questo si discute dopo l'incidente avvenuto domenica in val di Fassa, con la teleferica che ha ceduto e un bimbo di 10 anni e due adulti caduti da un'altezza di 5 metri. 

«La sicurezza nei parchi avventura del Trentino c'è: abbiamo l'obbligo di due certificazioni che nel resto d'Italia ancora non esiste». Giandomenico Ferrari è direttore del Breg Adventure Park, struttura nata nel 2011 in val di Breguzzo, una delle prime in Italia ad adottare il sistema di fissaggio Bornack che rende impossibile lo sganciamento contemporaneo di tutti i moschettoni. Ferrari non entra nel merito dell'accaduto, ma evidenzia la propria vicinanza al gestore del Dolomiti Action Adventure Park e rassicura gli utenti. 

«Ogni anno per tutti i parchi avventura del Trentino è obbligatoria un'ispezione di un ente di tipo A, che certifica che i sistemi strutturali e gestionali siano idonei - spiega Ferrari - Le certificazioni sono dunque due, obbligatorie nella nostra provincia ma non nel resto d'Italia. In tema di sicurezza evidentemente noi siamo avanti». Non è tutto. I gestori dei parchi hanno regole ben precise da seguire, non solo in fase di rilascio della licenza, ma anche per semplici cambiamenti. «C'è una normativa provinciale che disciplina l'attività dei parchi avventura - prosegue Ferrari - Ad esempio se si propone un nuovo percorso, non bastano le carte e le certificazioni: c'è una commissione che viene in loco. Ogni gestore ha l'obbligo di controlli giornalieri, mensili, trimestrali o annuali. È un protocollo che va seguito. C'è un registro in cui l'ispettore del parco segna ogni cosa».

Fa un esempio pratico: «A chiusura percorso si tolgono le scale di accesso. Il giorno dopo personale abilitato effettua un'ispezione per verificare che tutti gli elementi siano conformi al progetto, se i morsetti sono tirati, se i materassi si trovano al loro posto. L'ispettore deve riportare tutto sul registro e solo dopo si rimettono le scale di accesso e il percorso può aprire agli utenti». 
Se le certificazioni in Trentino garantiscono la serietà della gestione delle strutture, dei materiali utilizzati e dei protocolli seguiti dai dipendenti, in alcuni parchi c'è una precauzione in più: vengono tenute brevi lezioni da parte di personale qualificato affinché anche gli utenti più piccoli capiscano che si tratta sì di gioco e di divertimento, ma che è necessario prestare sempre la massima attenzione quando si affrontano i percorsi, anche i più semplici.

comments powered by Disqus