La malga e la Translagorai lettera di 58 cittadini: "fermato quel progetto assurdo"
Malga Lagorai con il progetto Translagorai non c’entra nulla fin dall’inizio. Lo scrivono 58 cittadini fiemmesi e non solo, iscritti alla Sat e non solo, contrari al progetto di «valorizzazione» della Translagorai approvato dalla giunta provinciale lo scorso anno, che prevede una spesa di 3,6 milioni di cui 750 mila euro per trasformare la malga in un ristorante - rifugio.
La certezza che l’inserimento della Malga nel progetto sia un «escamotage» per permettere alla Magnifica Comunità di ristrutturare e trasformare la malga con soldi pubblici è stata data ai firmatari dal dibattito su «Translagorai e Malga Lagorai pro e contro» organizzato dal Pd di Fiemme a Cavalese, ospiti l’ex assessore provinciale Mauro Gilmozzi e lo scario Giacomo Boninsegna.
Dunque, ecco la prima notizia, emersa durante la serata: «Malga Lagorai con il progetto Translagorai non c’entra nulla fin dall’inizio. Lo hanno ammesso, ribadito e confermato sia l’ex assessore che lo scario. La Magnifica Comunità di Fiemme non ha risorse sufficienti per finanziarne la ristrutturazione, quindi si è scelto questo “escamotage” di inserire Malga Lagorai come rifugio d’appoggio alla Translagorai, per arrivare all’obiettivo di utilizzare soldi pubblici. Ci chiediamo se tutto questo sia possibile e legittimo: si aggira la legge “inventando” una utilità (il rifugio ristorante) da inserire in un provvedimento amministrativo (il progetto Translagorai) con delle motivazioni a sostegno palesemente infondate, illogiche, contraddittorie e complessivamente fuorvianti rispetto ai fini del progetto Translagorai. Nessuna autorità di controllo ha qualcosa da dire in merito a come la Provincia usa i fondi pubblici in questa iniziativa?».
«Ma se Malga Lagorai non ha nulla a che fare con Translagorai, perché è palesemente troppo bassa e lontana dal percorso (si perdono 600 metri di dislivello e si deve risalire di 700 metri il giorno dopo), che senso ha farne un rifugio-ristorante con 20 posti letto e almeno 40 posti tavola in sala più terrazza e posti esterni e tutti i servizi connessi, inclusi smaltimento dei reflui e dei rifiuti? A servizio di chi? Quanti possono mai essere gli escursionisti o le famiglie che salgono da Lago di Tesero fino alla malga (2,30-3 ore)?».
Seconda notizia: «Gilmozzi e Boninsegna hanno ammesso che il progetto Malga Lagorai, come concepito e presentato, non ha sostenibilità economica: è un progetto “in debito” fin dall’inizio e questo è noto sia in Provincia che alla Sat. Hanno detto chiaramente che ogni anno si dovrà metterci del denaro. Quanto denaro - si chiedono gli estensori della lettera - sarà necessario buttare ogni anno per garantire la sostenibilità di Malga Lagorai? Sarà aperta tre mesi all’anno circa (giugno-settembre), ogni primavera c’è da rimettere in funzione la struttura, mantenerla efficiente, e poi garantire un reddito a chi la gestirà. Si sono fatti i conti? Basteranno 20-30 mila euro all’anno per tutto questo? Chi li mette questi denari? Forse la Magnifica Comunità che, come ha ammesso lo stesso scario, non naviga proprio in buone acque? Anche fosse, per quanti anni si può reggere un simile insensato salasso?».
No: secondo gli oppositori al progetto, «questa operazione economicamente sgangherata non reggerà a lungo, diverrà presto insostenibile per il proprietario (la Comunità)» e allora si cercherà una soluzione, un salvatore della patria. E chi mai potrebbe “farsi carico” di rilanciare la boccheggiante Malga Lagorai, che si trova a un tiro di schioppo dal Cermis? «Grazie alla fresca invenzione della ”geniale e demenziale” ferrata al Castèl di Bombasèl quest’area è già divenuta un’appendice degli impiantisti. Eccola allora la soluzione! Funivie Cermìs - il convitato di pietra - potrà salvare la povera Malga Lagorai: basterà trovare un modo di collegarla all’area. Si voterà qualche deroga con la scusa del pubblico interesse e si concederà ciò che non è concedibile. Ecco uno dei rischi davvero grossi di degenerazione del Lagorai».