Ferrata Bepi Zac iniziano i lavori: sarà chiusa per mesi
Sarà un’estate di lavori in quota quella lungo le Creste di Costabella, sotto lo sguardo di Cima Uomo. E un’estate senza la “Bepi Zac”. Il cantiere, tra 2.500 e 2.800 metri, sarà infatti quello per il consolidamento e la manutenzione straordinaria della via intitolata ad uno dei pionieri del turismo nella zona di passo San Pellegrino, uno degli itinerari attrezzati più noti e amati non solo della Val di Fassa ma dell’intero Trentino.
I lavori, lungo il tracciato E637 (la denominazione tecnica della ferrata) nei piani della Sat avrebbero dovuto partire in questi giorni, per permettere la riapertura almeno per uno o due mesi tra fine luglio e metà ottobre. Si dovrà però attendere che il Comune di Moena porti a termine i lavori di consolidamento delle rocce, sulle quali poi i tecnici della ditta incaricata dalla Sat andranno ad assicurare la rinnovata attrezzatura: chiodi, cordini, scale, di cui sono dotati alcuni tratti dei tre chilometri di percorso che corrono in cresta tra il passo Le Selle e la Sforcela del Ciadin. Il tracciato attrezzato presenta infatti, in più punti, caratteristiche di vera e propria ferrata, con la necessità di rinnovare i materiali a cadenza regolare.
“Dobbiamo attendere che la neve - ancora presente lungo alcuni tratti del tracciato - si sciolga completamente”, ha spiegato il sindaco di Moena Edoardo Felicetti. Quindi, tra qualche settimana, potremo procedere con il sopralluogo a seguito del quale prenderanno il via i lavori veri e propri di consolidamento. A seguire la Sat poserà la nuova attrezzatura”.
Per l’amministrazione comunale di Moena i lavori comporteranno una spesa di circa 130mila euro tra progetti e intervento, somma alla quale si aggiungerà quella stanziata dalla Sat per la posa del materiale.
Che dovrebbe avvenire dunque in agosto, compromettendo la possibilità - per quest’anno - di affrontare il percorso, tanto amato perché tecnicamente non complesso ma splendido dal punto di vista paesaggistico e storico, con le numerose presenze di testimonianze di quella che durante la Prima guerra mondiale era la linea del fronte, con gli austroungarici stanziati verso la val San Nicolò a presidiare l’accesso alla Val di Fassa e gli italiani sul versante di San Pellegrino.
In queste settimane c’è comunque chi ha deciso di affrontare la ferrata, anche se tecnicamente sarebbe già chiusa, con ordinanza del Comune di Moena datata 20 febbraio 2020. Presto verranno comunque posati segnali e barriere fisiche che impediscano l’accesso alla via.
“Per noi sarà un problema”, spiega Floriano Pellegrin, gestore del rifugio Passo Le Selle, il Bergvagabundenhutte voluto proprio dal padre, Bepi Zac, a cui la ferrata è stata intitolata nel 1981: “La quasi totalità dei pernottamenti che facciamo è legata proprio alla ferrata. Guardando al lato positivo della faccenda, non possiamo che sottolineare come almeno questo sia l’anno giusto. Ci sarà meno gente del solito a causa del problema con il virus, almeno la prendiamo per come verrà e ripartiremo l’anno prossimo con la ferrata rinnovata. Sarà l’occasione per far scoprire a più persone l’altra via che parte da qui, la Federspiel, altrettanto bella e ricca di testimonianze storiche, che porta al Vallaccia lungo le creste dei Monzoni”.