Aquila avvelenata dal piombo, l’esito degli esami sul rapace recuperato a Soraga
Piera Rosati, presidente Lncd Animal Protection: “Anche quando non colpiscono direttamente, i cacciatori infatti sono sempre responsabili di qualche danno alla fauna selvatica come dimostra l'esperienza di questo rapace. Il piombo che rimane disperso nell'ambiente”
SORAGA. L'aquila reale recuperata la scorsa settimana a Soraga è stata avvelenata dal piombo, come emerge dalle analisi effettuate sul rapace, che è stato affidato al Centro Recupero Fauna Selvatica provinciale, dove stanno provvedendo alle cure necessarie nella speranza di riuscire a salvarlo. Il rapace, debilitato e incapace di volare, era stato trovato da una cittadina, che aveva subito dato l'allarme: il personale della Stazione forestale di Pozza di Fassa, aveva quindi effettuato il recupero dell'esemplare.
Gli esami, come detto, hanno mostrato che il livello di piombo nell'animale era molto elevato. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune negli animali che si nutrono di carcasse di altri animali uccisi dai cacciatori e rimasti sul posto.
«Speriamo che la povera aquila riesca a guarire e possa tornare a volare libera come è giusto che sia - commenta Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection - In ogni caso ci troviamo davanti all'ennesimo animale che poteva fare la sua vita tranquillamente ma che si è trovata a subire le conseguenze di un "hobby" umano crudele e inutile. Anche quando non colpiscono direttamente, i cacciatori infatti sono sempre responsabili di qualche danno alla fauna selvatica come dimostra l'esperienza di questo rapace. Il piombo che rimane disperso nell'ambiente o nei cadaveri delle vittime della caccia, infatti, rappresenta un vero problema ambientale di cui - chiaramente - ai cacciatori non importa. Loro sono quelli che dichiarano di amare la natura e gli animali, ma nella realtà sono soltanto capaci di uccidere e danneggiarli entrambi».