Crollo dei ladini dichiarati: in dieci anni si è passati dall'81,7 al 58,4%
La fotografia della rilevazione sulla consistenza e la dislocazione territoriali degli appartenenti alle popolazioni linguistiche minoritarie. In Val di Non superano il 18 per cento
FASSA. L'identità ladina è in crisi? La rilevazione sulla consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti alle popolazioni linguistiche minoritarie ha fatto registrare un crollo dei cittadini del Trentino appartenenti a queste comunità. Il calo maggiore si registra per i ladini, che nel Comun General de Fascia, zona di insediamento storico, vedono scendere la loro presenza dall'81,7% del 2011 al 58,4% del 2021.
Anche gli appartenenti alle popolazioni di lingua mochena e cimbra sono in diminuzione, sia in termini assoluti che in termini di percentuale d'incidenza calcolata sulla popolazione residente nell'area vocata. L'anno scorso le famiglie trentine erano chiamate ad esprimere la loro eventuale appartenenza a una delle minoranze linguistiche riconosciute.
Un sistema che forse avrà scoraggiato qualcuno ad esprimere la propria scelta: alcuni lo avranno ritenuto complesso, altri lo avranno completamente trascurato, ma il calo del sentimento di appartenenza al mondo ladino è un dato oggettivo. La popolazione conosce bene il ladino (il tasso di comprensione della lingua nei comuni ladini è superiore al 93%), ma non si sente ladina.
«Quello che risulta con chiarezza è il venir meno dell'aspetto identitario e questo impone una serie di riflessioni - commenta il procurador del Comun General de Fascia Giuseppe Detomas - È il fallimento delle politiche messe in campo per tutelare e valorizzare le minoranze del Trentino. Dunque la politica, in primis quella provinciale, è tenuta a fare una seria riflessione e ripensare radicalmente le misure fino ad oggi messe in campo e che si sono mostrate, per usare un eufemismo, inadeguate. Almeno il fatto che nell'area ladina della Val di Fassa ci sia un numero rilevante di persone che, oltre a comprendere la lingua, la parlano e la scrivono, è un dato confortante e documenta il buon lavoro fatto dalla scuola e dalle istituzioni culturali».
Analizzando i dati per comunità di valle, i ladini risultano concentrati prevalentemente nel Comun General de Fascia (58,4% della popolazione residente), ma ci sono anche in Val di Non (18,2%) e in Val di Sole (6,2%). Altre realtà nelle quali i ladini hanno una significatività statistica sono le Comunità della Paganella (4%) e della Val di Fiemme (1%).
Rispetto all'intera provincia, 15.775 persone (2,9% della popolazione totale) hanno dichiarato di sentirsi di appartenere alla popolazione di lingua ladina. Il Comune di Soraga presenta la percentuale più elevata (66,6%). Secondo il procurador Detomas la popolazione ladina non è abbastanza valorizzata dalla Provincia.
«La costituzione del Comun General de Fascia è stata prevista nel 2017 nello Statuto di autonomia della nostra Regione. Da allora la Comunità attraverso i suoi rappresentanti ha continuato a chiedere alla Provincia di attuare tale disposizione, dando contenuto e forma ad un ente nel quale la popolazione ladina si potesse riconoscere. Nei fatti, però, la Provincia ha ritenuto di considerare tale ente semplicemente come una Comunità di valle, con una visione accentratrice ed omologante che fa a pugni con il concetto di autonomia e di rispetto delle differenze.
È arrivato il tempo di rivedere davvero le politiche provinciali in materia di minoranze linguistiche, declinandole in chiave autenticamente autonomistica e mettendo al centro le istituzioni esponenziali delle comunità di minoranza, valorizzandone gli aspetti di autogoverno e favorendo processi di assunzione di responsabilità. Solo così si mostrerà di avere a cuore i destini delle comunità minoritarie e di incarnare con coerenza i principi fondanti il nostro speciale statuto di autonomia».
Basterà per risvegliare l'orgoglio ladino? Oppure i prossimi censimenti faranno registrare dati ancora più bassi?