L'appassionante fisarmonica di Nicola Vanzo: a 22 anni ripara strumenti e sogna di aprire un museo
Il giovane di Masi: «Una tradizione che merita di essere valorizzata. Il mondo cambia in fretta ma a volte serve fermarsi e capire il valore di quello che abbiamo»
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CAVALESE. Non esiste musica tradizionale e popolare che si rispetti senza il suono di una fisarmonica. A questo strumento antico e affascinante Nicolas Vanzo si è avvicinato fin da piccolo. Tra i nipoti, è stato l'unico a cui nonno Vittorio è riuscito a tramandare la passione.
Dopo averlo istruito nelle basi della musica, gli ha insegnato l'arte dell'aggiustare le fisarmoniche e, ora che il nonno lo guarda da lassù, Nicolas è deciso a portare avanti il suo lavoro. Per mantenere vivo il sapere accumulato negli anni, per far conoscere alla gente il patrimonio di strumenti ora confinato nella sua bottega e per continuare a renderlo orgoglioso. «Il mio sogno è quello di creare un museo della fisarmonica di Fiemme accessibile a tutti e organizzare dei laboratori per far scoprire questo posto» racconta immerso tra le fisarmoniche il 22enne di casa a Masi, che lavora nell'azienda di famiglia.
Un primo assaggio lo si è avuto durante l'anno con l'iniziativa Musikanten Folk Lab, supportata dal Piano giovani di Zona. In uno degli eventi il laboratorio-museo della famiglia è stato aperto a visite guidate nelle quali è stata raccontata la storia della fisarmonica, la passione di Vittorio e il racconto dei pezzi più pregiati della collezione. Ci sono strumenti vecchi due secoli, di marche e annate diverse, provenienti da varie nazioni. Ci sono libri e valigie dei viaggi di nonno Vittorio, che da piccolissimo si trasferì con la famiglia sull'isola di Rodi, a Campochiaro, dove era stato costruito un paese per i boscaioli provenienti dalla valle di Fiemme.
«Dentro queste mura c'è un capitale culturale. Mio nonno viveva qui giorno e notte, era una persona riservata, ma la fisarmonica è una risorsa da valorizzare. Che si rovina di meno se utilizzata, rispetto a stare ferma e ad impolverarsi. Voglio fare un lavoro di archivio per dare ad ogni pezzo una sua storia, una sua data. Allo stesso tempo sto recuperando pezzi di continuo, per ampliare gli strumenti a mia disposizione». La bottega rimane un punto di riferimento per coloro che hanno bisogno di sistemare la propria fisarmonica danneggiata.
Un mestiere che Nicolas continua a portare avanti mettendo in pratica gli insegnamenti del nonno e che dal prossimo anno potrà affinarsi grazie alle lezioni che seguirà in una fabbrica di Castelfidardo, cittadina in provincia di Ancona famosa per essere sede di aziende produttrici di fisarmoniche. «Dietro questa pratica, che fanno in pochi, c'è un mondo e io non vedo l'ora di scoprirlo. La fisarmonica è uno strumento complesso - dice mentre ci mostra i meccanismi interni - è composta da migliaia e migliaia di pezzi e servono mani capaci per ripararne una. È difficile da assemblare e accordare. Tante volte chi prova a metterle a posto da solo, fa più danni di prima».
Questa per il ragazzo vuole restare una passione. «Se dovessi chiedere i soldi per le ore che passo a sistemare una fisarmonica, per chi la possiede sarebbe più conveniente acquistarne una nuova. Questo mestiere lo fai per passione, non per denaro». Nicolas, che assieme ad altri tre amici suona musica folk e popolare tirolese alle feste di paese e negli alberghi, crede nell'importanza di mantenere vive la tradizione.
«Al giorno d'oggi ci sono molte più distrazioni e possibilità rispetto a una volta. Il mondo è molto frenetico, cambia in fretta e tante cose si vanno a perdere. Bisognerebbe fermarsi e capire che possediamo delle cose che hanno un valore immenso. Una di queste è la fisarmonica, che in val di Fiemme e non solo è una tradizione molto sentita. Con il museo e il mio laboratorio di riparazione voglio contribuire a valorizzarla e a tramandare il grande sapere che era di mio nonno».